Gussago, riprendono all’ospedale Richiedei i ricoveri del progetto “Star”

(red.) “Dal 14 giugno scorso all’ospedale Richiedei di Gussago sono ripresi i ricoveri nel contesto del progetto ‘Star’, acronimo di Servizio Territoriale di Assistenza Residenziale”, spiega in una nota il presidente Carlo Bonometti. “Una realtà che ha conosciuto già tre anni di rodaggio in passato, unica sperimentazione in Lombardia e quindi può contare su una esperienza sul campo ben consolidata”.
L’ottica generale è quella dell’Ospedale di Comunità, che non è un Day Hospital e nemmeno una zona accoglienza, ma stimola e si basa sul rapporto “paziente-assistito – medico territoriale”. Sperimentazione pura e consolidata da già tre anni di esperienza e in questo caso forte di 20 posti letto, prima assegnati all’area Covid e ora ritornati al loro ruolo iniziale.

Le malattie croniche legate al progressivo invecchiamento della popolazione costituiscono nei paesi sviluppati, un’emergenza sanitaria globale con un evidente impatto sociale ed economico per l’aumento di frequenza, complessità e costi correlati. In Lombardia (fonte, Regione Lombardia, deliberazione n. X / 6766) le malattie croniche riguardano circa 3,5 milioni di pazienti, pari al 30% della popolazione, incidendo per più del 70% sulla spesa sanitaria globale. In questo dimensionamento la popolazione anziana è coinvolta in modo significativo.
La domanda di servizi socio-sanitari per soggetti anziani e/o affetti da patologie croniche, negli ultimi anni è diventata sempre più consistente, determinando la necessità, per continuare a rispondere efficacemente alla multidimensionalità dei bisogni di salute, di sperimentare nuovi modelli organizzativi su cui articolare la rete d’offerta.

La gestione sperimentale dello “Star” guarda a un contesto e una dimensione di Ospedale del Territorio che, proprio per la conoscenza profonda che hanno dei loro assistiti, dovrebbe essere gestita dai medici presenti nell’area.
“Dopo le dimissioni del malato dall’Ospedale, quando il paziente è ormai stabilizzato ed è divenuto, spesso, cronico, ci sono aspetti sociali da non trascurare”, aggiunge Bonometti, “e di rapporto diretto con il medico di Medicina Generale”.

La prima sperimentazione iniziò a Gussago nel 2017 e durò fino al 31 dicembre 2019 (la sperimentazione è soggetta ad approvazione regionale con cadenza annuale) e riprese poi l’anno successivo, il 2020. La pandemia portò a diverse considerazioni e la struttura sperimentale “Star” divenne reparto Covid-19.
“Ora finalmente sono ripresi i ricoveri. Proseguiamo sulla scorta delle premesse iniziali”, conclude Bonometti, “tenendo tra l’altro presente che questo sistema consente di risparmiare alle strutture tradizionali qualcosa come 7mila euro circa all’anno per singolo paziente: si scende infatti da 900 euro al giorno a 150 euro al giorno pro capite. Qui siamo all’avanguardia e continueremo a svolgere con la massima professionalità il nostro compito”.

Che cos’è il progetto Star. Star è un servizio innovativo e sperimentale di assistenza residenziale temporanea, correlato all’assistenza domiciliare, organizzato da Fondazione Richiedei. potenziale ente gestore di un Presidio Ospedaliero Territoriale (POT), realizzato in eventuale collaborazione con Spedali Civili.
Afferisce al sistema delle cure primarie e prevede il coinvolgimento diretto e imprescindibile del Medico di Medicina Generale, nel ruolo di responsabile della conduzione clinica dell’assistito che vi trova temporaneo domicilio.
Viene destinato ad anziani e malati fragili con insorgenza/aggravamento di problematiche cliniche acute/subacute che necessitano di supporto clinico-terapeutico-assistenziale di intensità non gestibile a domicilio. Si inquadra nella fattispecie dell’Ospedale di Comunità del DM 70/2015 cpo 10.1 che prevede “sia gestito da personale infermieristico, in cui l’assistenza medica è assicurata dai Mmg” e della Degenza di Comunità prevista nella DGR 6551/2017, con responsabilità igienico organizzativa e gestionale di Fondazione Richiedei.

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