I comitati contro Legambiente: “Su Bedizzole troppo vicina ad A2A”

Altro che rifiuti a chilometri zero, dicono le associazioni ambientaliste locali: i calcoli dimostrano che, con il nuovo impianto, aumentano i chilometri percorsi e l'inquinamento.

(red.) I comitati e le associazioni ambientaliste hanno scritto alla Provincia di Brescia, producendo uno studio sul chilometraggio percorso dai camion che trasportano, oggi, la Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano, cioè il materiale generato dalla raccolta differenziata dell’organico) di tutta la provincia di Brescia e che, in prospettiva, dovrebbero conferire all’impianto proposto da A2A a Bedizzole.
“Gli impianti dove attualmente viene smaltito il 96% della Forsu della Provincia di Brescia”, si legge in una nota del Comitato Cittadini Calcinato, “come da Quaderno Provinciale dei rifiuti 2020, si trovano tutti entro 10 km dal confine della Provincia stessa, al netto di quello di Bagnolo Mella che si trova già baricentrico a essa. Recenti dichiarazioni apparse sulla stampa, in particolare un surreale comunicato di Legambiente Brescia che sembra accorrere in soccorso di A2A (azienda con la quale, l’associazione lombarda e quella nazionale, promuovono, con sponsorizzazione della multiutility stessa, convegni e studi), ci hanno spinto a mettere nero su bianco ciò che sembrava talmente evidente da non richiedere una dimostrazione quantitativa”.

“Per dimostrare come non ci sia un guadagno di trasporti e chilometri convogliando tutta la Forsu a Bedizzole”, prosegue il comunicato, “abbiamo preso in esame i 50 comuni più popolosi della provincia e abbiamo mostrato come, per la stragrande maggioranza di essi, Bedizzole rappresenterebbe un’opzione peggiorativa (560 chilometri in più immaginando un mezzo che compia un solo viaggio da ciascuno di essi verso l’impianto attuale ottimale). In sostanza, spostando tutta la Forsu a Bedizzole aumenterebbero mezzi circolanti, chilometri percorsi, emissioni, traffico e inquinamento acustico in tutta la provincia di Brescia. Unicamente per i comuni di Bedizzole, Calcinato, Rezzato, Mazzano, Gavardo, Botticino, Salò e Vobarno si avrebbe un risparmio chilometrico, quantificabile nel caso peggiore (ovvero paragonandolo all’opzione più lontana) in 292,5 km per viaggio”.

“Se si scegliesse Bedizzole”, si legge ancora nel documento, “l’incremento netto di chilometri (e relativo aumento di traffico, emissioni e particolato sottile in un’area che di certo non ha bisogno di aggiunte) sarebbe di ben 267,5 km per singolo viaggio dei mezzi che partono da questi 50 comuni. E’ possibile quindi calcolare quanti più mezzi circolanti, quante maggiori emissioni e inquinamento acustico genererebbe la scelta Bedizzole, semplicemente moltiplicando per il numero di viaggi richiesti da ciascun comune. Riteniamo pertanto la scelta di Bedizzole non solo non profittevole, ma anche dannosa.

La nota poi affronta “la questione (o meglio, l’equivoco), della prossimità degli impianti nel trattamento/smaltimento dei rifiuti. La prossimità degli impianti di trattamento per i rifiuti è auspicata e dettata per i rifiuti indifferenziati. Per quanto concerne le frazioni di rifiuti provenienti da raccolta differenziata, quale è la Forsu, vi è nella normativa (Art. 181 del D.Lgsl 152/06) solo un auspicio. Nessuna cogenza, nessun obbligo, essendo questa tipologia di rifiuti appetibili in quanto materia di interesse e valore economico e dovendo essere posta, per legge, al libero mercato (con gare di evidenza pubblica per le piattaforme pubbliche). Occorre considerare che la norma ribadisce sempre il principio di efficienza, efficacia e economicità”.

Per trattare i rifiuti da raccolta differenziata non necessita un impianto per ogni comune o provincia, cosa peraltro non richiesta e non prevista dalle leggi e, in questo caso, sembrerebbe sussistere anche la prossimità (Brescia e Bergamo confinano). Ad esempio, tra le tante normative, relative alla cosiddetta ‘prossimità’ degli impianti, l’art. 182-bis, c. 1, lett. a) del Dlgs 152/06, dispone ‘Lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti urbani non differenziati sono attuati con il ricorso a una rete integrata ed adeguata di impianti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili e del rapporto tra i costi e i benefici complessivi'”.

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