Desenzano, mentì sulla laurea: deve risarcire 918mila euro al Comune

La Corte dei Conti ha condannato l'ex comandante della Polizia Locale, Carlalberto Presicci, per avere dichiarato il possesso del titolo, requisito che non possedeva, per partecipare al concorso pubblico.

Desenzano del Garda. Condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il comune di Desenzano del Garda (Brescia) per 918 mila euro per avere dichiarato di essere in possesso del titolo di laurea in Giurisprudenza, requisito fondamentale per poter accedere al concorso come comandante della polizia locale, ma che, in realtà, non sussisteva.

Questa, come riporta il dorso bresciano del Corriere della Sera, è la sentenza con la quale la sezione giurisdizionale di Regione Lombardia ha condannato l’ex comandante dei vigili della cittadina gardesana, Carlalberto Presicci, a risarcire l’amministrazione comunale, presso la quale aveva prestato il proprio servizio dal 1997 al 2020.

Presicci, nel 1996, aveva partecipato al bando pubblico per il posto di Istruttore direttivo presso l’ufficio Vigilanza urbana che prevedeva, tra i requisiti, il possesso del diploma di laurea in Giurisprudenza, oppure in Economia, Economia e Commercio, Sociologia, Scienze Politiche. Titolo che l’ex comandante aveva dichiarato di possedere (nello specifico, la laurea in Giurisprudenza, conseguita nel 1992 con il massimo dei voti presso l’Università di Parma e certificata dall’ufficiale d’anagrafe del Comune di Gussago), ma che, in un controllo avvenuto nel 2020 da parte della procura di Brescia, era risultato invece inesistente.

Dopo le successive verifiche presso l’Ateneo emiliano, che avevano dato esito negativo circa il conseguimento della laurea, nei confronti di Presicci era stato avviato un procedimento disciplinare, culminato, alla fine del 2020, con le dimissioni, dopo 23 anni di servizio. Nelle scorse settimane, la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato l’ex numero uno della Polizia Locale desenzanese a rifondere il danno all’amministrazione per i compensi indebitamente percepiti.

 

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