Montichiari, convinse il nipote 13enne a sparare al rivale: chiesti i domiciliari

I legali di Antonio di Sanzo, il quale ad aprile venne arrestato per avere indotto il nipote minorenne a sparare a Manuel Poffa per rivalità in amore, hanno chiesto i domiciliari in Puglia.

(red.) Alla vigilia di Pasqua di quest’anno aveva armato la mano del nipote 13enne perchè uccidesse il rivale in amore, in via Santa Scolastica, nella frazione Chiarini di Montichiari (Brescia).
Il colpo di pistola esploso dal minorenne contro Manuel Poffa, 31 anni, andò a segno, ma fortunatamente per l’uomo, non in modo letale. Il mandante della spedizione punitiva, Antonio Di Sanzo, 27 anni, era finito in cella con l’accusa di tentato omicidio aggravato, premeditazione e induzione di minore alla commissione di delitto, ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco. I difensori del 27enne, di origini pugliesi, avevano presentato ricorso chiedendo  una misura alternativa al carcere. Istanza che, alla fine di aprile, era stata rigettata dal tribunale del Riesame che aveva ravvisato il rischio di reiterazione del reato.

Ora, a distanza di sette mesi, i legali dell’uomo hanno presentato una nuova richiesta, questa volta la misura dei domiciliari, anche con l’eventuale imposizione del braccialetto elettronico, nell’abitazione di proprietà dei genitori di Di Sanzo, a Massafra, in provincia di Taranto.
Una richiesta che il legale del 27enne, incensurato al momento dell’arresto, motiva in quanto “non è stata accertata una sua abilità nel commettere reati” e, anche, poichè “la situazione di concreto e attuale pericolo non può desumersi esclusivamente dalla gravità del titolo di reato per cui si procede”.
Il nipote 13enne dell’uomo, minore di 14 anni, non è imputabile ed è stato affidato ad una comunità di Lonato. Da mesi non ha alcun contatto con lo zio.

 

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