Bracconaggio, 13 cacciatori denunciati nel bresciano

L’attività di vigilanza ha così portato al sequestro di 12 fucili, 6 richiami acustici e circa 100 esemplari di fauna protetta. Forate le gomme alla macchina delle Guardie WWF.

(red.) Dopo le denunce record del 17 ottobre, giornata nella quale sono stati denunciati in poche ore 9 cacciatori nella bassa bresciana, altri 13 cacciatori sono stati sorpresi negli ultimi giorni dalle Guardie WWF mentre abbattevano uccelli protetti o utilizzavano richiami acustici vietati.
L’attività di vigilanza ha così portato al sequestro di 12 fucili, 6 richiami acustici e circa 100 esemplari di fauna protetta. Da inizio anno sono 39 i cacciatori denunciati, 37 i fucili sequestrati e 27 i richiami acustici di cui è sempre disposta la confisca.

Tutte le attività sono stare svolte in collaborazione con la Polizia Provinciale di Brescia e i Carabinieri Forestale. Non sono mancate anche violazioni amministrative, quasi sempre per la mancata annotazione della fauna abbattuta.
Domenica 31 ottobre due cacciatori nel comune di Calvagese della Riviera avevano abbattuto ben 37 esemplari di fauna protetta. Le Guardie WWF, tornate alla vettura, scoprivano che tutti e quattro gli pneumatici erano stati bucati. Nel passato erano stati sabotati i freni della vettura di servizio in località Prati di Lumezzane e danneggiata la vettura nel Comune di Rovato.

Uno dei cacciatori denunciati a Calvagese utilizzava un berretto con “doppio fondo” in cui occultava la fauna protetta uccisa: la dimensione abnorme del copricapo attirava l’attenzione delle Guardie ed il cacciatore ammetteva di nascondere lì gli uccelli.
“Il bracconaggio in Provincia di Brescia”, si legge in una nota delle Guardie giurate fauna e ambiente del Wwf, “è un’emergenza nazionale ed internazionale, un fenomeno dalle dimensioni spropositate che non si riesce ad arginare per uno squilibrio numerico tra coloro che regolarmente commettono reati e le forze preposte ai controlli. In questo quadro preoccupante appaiono fuori luogo i continui attacchi all’operato delle Forze dell’Ordine da parte del mondo venatorio”.

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“Appare necessario”, continuano le Guardie Wwf, ” dare piena attuazione al Piano Nazionale Antibracconaggio: a tre anni dalla previsione del COLPA (Coordinamento Operativo Locale Permanente Antibracconaggio) per il black-spot Prealpi Lombardo Venete non ne è scaturita una maggiore attività di prevenzione e repressione del bracconaggio; in larga parte della provincia di Brescia la vigilanza è scarsa o assente. Basti pensare al numero dei soli appostamenti fissi di caccia (7.200 nel più recente censimento) talmente numerosi che la maggior parte non riceve nessun controllo”.

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“È pertanto evidente che l’Operazione Pettirosso dei Carabinieri Forestale del Soarda (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali) è l’unica attività capace di scardinare il bracconaggio in Provincia di Brescia anche per la dedizione e preparazione dei militari impiegati; troppo limitate appaiono infatti le capacità delle forze territoriali con personale insufficiente e oberato da tutte le altre emergenze ambientali”.
“Per questo motivo il WWF chiederà che l’Operazione Pettirosso possa essere estesa alla durata di almeno due mesi in concomitanza col picco della stagione migratoria. I risultati ottenuti in questi giorni dalle Guardie Volontarie delle associazioni ambientaliste in Lombardia dimostrano che anche nel mese di novembre è cruciale difendere gli uccelli migratori dalla caccia fuorilegge”.

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