Depuratore del Garda, mozione bipartisan in Regione per rivedere il progetto

La giunta regionale dovrà sollecitare il governo perché valuti soluzioni alternative a quella attuale che penalizzerebbe il fiume Chiese. L'accordo tra i consiglieri bresciani ha consentito l'iniziativa comune.

(red.) E’ stata approvata in consiglio regionale della Lombardia la mozione congiunta “Progetto di depurazione del lago di Garda” che ha visto la condivisione dei consiglieri regionali bresciani, testo frutto del confronto tra le due mozioni presentate a firma del leghista Ghiroldi e del dem Girelli. La mozione unitaria impegna la giunta regionale a sollecitare il governo perché valuti soluzioni alternative al progetto attuale del sistema di depurazione fognaria per i comuni del lago di Garda.
Il progetto, che costa 230 milioni di euro di cui 100 stanziati dal governo, prevederebbe oggi la costruzione di due nuovi depuratori in altrettanti paesi – Gavardo e Montichiari – e lo scarico delle acque depurate nel fiume Chiese, un corso d’acqua dal bacino molto fragile ma anche uno dei più importanti della provincia e che bagna 31 comuni. Soluzione che il commissario nominato dal governo, il prefetto Attilio Visconti, è intenzionato a percorrere e contro la quale le associazioni ambientaliste in difesa del fiume Chiese si sono impegnate in un lunga protesta con il presidio di piazza Duomo a Brescia.

“La sintesi ha comportato la votazione di una mozione unica sulla necessità di attuare un sistema di depurazione dei reflui provenienti dai comuni delle sponde bresciana e veronese del Garda”, ha detto Francesco Ghiroldi. “Da anni ormai, e precisamente dal 2017, il ministero dell’Ambiente di concerto con Regione Lombardia e Regione Veneto ha sottoscritto un protocollo per la realizzazione di depurazione del lago con un finanziamento di 100 milioni a fronte di un costo complessivo di 230 milioni”.

“Nella sostanza Regione Lombardia chiederà al governo di rivedere le decisioni assunte in precedenza”, si legge in una nota di Gianni Girelli, Pd, “per valutare l’opportunità di riprendere il percorso interrotto, seguendo un iter istituzionale condiviso con tutti gli Enti coinvolti. Di più, nel testo è scritto che la Regione dovrà attivarsi monitorando e supportando dal punto di vista tecnico il progetto di depurazione che verrà ritenuto idoneo, con particolare attenzione alla tutela e salvaguardia dei corsi d’acqua eventualmente interessati, e sostenendo interventi finalizzati alla valorizzazione ambientale, paesaggistica, sanitaria ed economica, della qualità delle acque e dell’ecosistema nel pieno rispetto della salvaguardia dei territori”.

“La scelta dell’ubicazione delle opere in oggetto tra Gavardo e Montichiari, giunta nello scorso mese di luglio, potrebbe avere un impatto ambientale sul fiume Chiese, corso d’acqua da tempo sofferente, quale recettore a valle del sistema di depurazione”, ha aggiunto Ghiroldi. “Grazie all’approvazione di questa mozione bipartisan il consiglio regionale auspica si possa trovare una migliore soluzione tecnica per un corretto sistema di depurazione dei reflui, fondamentale per la salute delle persone tenendo in considerazione la tutela dell’ecosistema”.

“Credo sia un segnale importante e non di poco conto, anche politicamente, che tutti i consiglieri di tutte le forze politiche abbiano voluto sostenere la mia proposta”,  ha detto ancora Girelli. “La condivisione dell’intera assemblea consiliare sulla mozione testimonia che quando si tratta di scelte importanti, che riguardano migliaia di cittadini, serve un surplus di azione politica. Credo che restituire ai territori la capacità di intervenire non significhi ritardare l’opera bensì il contrario. Impedire che la scelta affrettata presa in precedenza impedisse la realizzazione del depuratore era nelle priorità del mio intervento legislativo. Ora è il momento di agire in fretta perché l’infrastruttura sul Garda è necessaria e urgente”.

“Sulla questione legata alla realizzazione del depuratore del Garda si sta discutendo da tanto tempo e nonostante i numerosi tavoli ed incontri, la situazione è ancora indefinita. Le varie soluzioni proposte hanno sollevato non poche polemiche. Da sempre sosteniamo che l’intervento sia necessario ma al contempo deve essere realizzato nel rispetto di una logica di sostenibilità economica, fattibilità tecnica e tutela ambientale”, dichiarano i consiglieri del Carroccio Floriano Massardi e Francesca Ceruti. “Sollevare un territorio da un problema per scaricarlo su un altro non è una soluzione. Da alcuni anni è emerso il problema dell’invecchiamento delle condotte sublacuali e quindi dell’adeguamento del sistema di depurazione. La mozione chiede tra l’altro di monitorare e supportate il progetto di depurazione che verrà ritenuto idoneo nel pieno rispetto della salvaguardia dei territori. Convinti che il problema vada affrontato e risolto con urgenza, essendo la mancata depurazione delle acque una criticità, siamo fiduciosi che la mozione approvata possa accelerare i tempi di risoluzione dell’annosa questione”.

“Approviamo oggi le cose che chiedevo due anni fa”, ha detto Dino alberti del Movimento 5 Stelle. “A cominciare da uno studio che considerasse tutte le alternative. Regione Lombardia dovrebbe avere il coraggio di mettere nero su bianco che il commissario prefettizio deve essere rimosso. Non possiamo a rimetterci oggi a valutare scelte e opzioni, che sono già state valutate a suo tempo dagli enti coinvolti. Enti che hanno lavorato e stanno raggiungendo un obiettivo. Con questa mozione il Partito Democratico accetta un commissario governativo, che di fatto commissaria la sua stessa amministrazione, mentre la Lega accetta l’intervento del governo salvo poi correre sul territorio a dire che il governo è brutto e cattivo. Come Movimento Cinque Stelle abbiamo votato a favore di questa mozione, nonostante il rammarico, perché abbiamo ritenuto importante portare a casa un risultato, seppur minimo come questo, per il territorio. Dispiace perché le stesse cose che votiamo oggi, potevano essere sottoscritte dal Consiglio Regionale due anni fa, quando sarebbero state molto più utili”.

Azione con il suo consigliere Niccolò Carretta si è però astenuta: “La politica più volte ha rimandato il tema senza mai decidere”, spiega il bresciano Fabrizio Benzoni, “e oggi ancora una volta si chiede di rivedere da capo il procedimento che da anni tiene bloccato il depuratore e la decisione politica sui territori. Azione non ci sta e ha già detto bene come la pensa, ma oggi aldilà di essere d’accordo o in disaccordo con la decisione presa, serve muoversi velocemente per non perdere i fondi europei e soprattutto per dotare il lago di Garda di un impianto funzionante superando la condotta sublacuale attuale. Purtroppo ancora una volta gli inciuci della politica spingono a rimandare qualsiasi decisione”.

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