La nuova scuola a Desenzano? “Costo da sceicchi nel luogo meno adatto”

Il consiglio comunale ha approvato a maggioranza il mutuo per il nuovo edificio da costruire nel Parco del laghetto. "Perché nessuno ha tenuto conto della petizione firmata da 2.070 residenti?"

(red.) Venerdì sera con 9 voti a favore e 7 contrari è stato approvato dal consiglio comunale di Desenzano il mutuo per finanziare la nuova scuola che dovrebbe sorgere nel Parco del laghetto. “Un indebitamento notevole”, si legge in una nota delle opposizioni, “che peserà sulle spalle dei cittadini per un lungo periodo di tempo. Ma che potrebbe pesare ancora di più, perché quei costi sono destinare ad aumentare in quanto risalgono a maggio e sappiamo che in questi ultimi mesi i costi dei materiali edili sono aumentati del 30-40%. Le forze di opposizione hanno fatto rilevare la criticità dell’entità della spesa, 5.400.000 euro che copre al momento la metà dell’investimento complessivo, 10.800.000 euro. Significa che, ad oggi, a partire dal 2028 per 24 anni fono al 2051 il comune dovrà pagare una rata annua di 277.000 euro, comprensiva di interessi di ammortamento, rimborso quota capitale, costi di gestione per utenze e costi di manutenzione ordinaria e straordinaria del futuro edificio. Il costo finale del progetto esecutivo si stabilizzerà probabilmente attorno ai 14-15 milioni di euro, il che comporterebbe un mutuo tra gli 8 e i 9 milioni con rate da 400-450 mila euro annue”.

“Le forze di opposizione hanno ribadito la criticità del Progetto Nuova Scuola , ponendo delle domande”, continua il documento: “L’amministrazione ha in mano il parere scritto della Sovrintendenza? L’amministrazione che cosa farà della vecchia Catullo? Quale visione futura ha l’amministrazione riguardo all’edilizia scolastica?
Ebbene nessun consigliere di maggioranza è intervenuto. Silenzio assordante! Solo il presidente del consiglio è ritornato su una vecchia polemica sui dati della vulnerabilità sismica degli edifici. Il sindaco ha provato a raffazzonare una qualche risposta, senza dire chiaramente se il parere c’è, e, giocando con le parole, ha dichiarato che l’edificio della Catullo non è a norma antisismica, ma ciò non significa che sia pericoloso. Quindi al contrario di quanto sostenuto un anno fa ha affermat non andrà più demolito e che verrà trovata una destinazione, che non sarà più scolastica”.

“La trasparenza come al solito non c’è”, si legge ancora nella nota firmata dai consiglieri Rodolfo Bertoni, Maurizio Maffi, Giustina Bonanno, Valentino Righetti, Patrizia Solza, Andrea Spiller e Sergio Parolini. “Il progetto complessivo si evolve continuamente di mese in mese, si naviga a vista e non è ancora noto esattamente l’approdo finale: ad esempio, la primaria Laini resterà scuola o cambierà destinazione d’uso? La vecchia Catullo dovrebbe sopravvivere, ma l’ipotesi di intervenire con un adeguamento antisismico per mantenere la destinazione scolastica viene scartata. E allora come verrà utilizzato quell’edificio? Al momento non è dato sapere. Quello che è certo è che l’idea iniziale di ubicazione, di cui questa amministrazione si è innamorata con un colpo di fulmine, rimane tale e quale: la nuova scuola media sarà localizzata nell’area del Parco del laghetto di fronte al Penny market”.

“Una scelta che le forze di opposizione giudicano sbagliata:
– perché va ad intaccare un’area verde preziosa quale è questo Parco urbano,
– perché non è supportata da alcuna analisi demografica e di distribuzione della popolazione scolastica sul nostro territorio,
– perché è a poco più di 700 metri di distanza dalla media Trebeschi e ciò creerà necessariamente conflittualità tra le due scuole con presumibile svantaggio in termini di iscrizione per quella di Rivoltella,
– perché l’ edificio è posizionato in uno dei punti più bassi della zona, soggetto ad allagamenti da via Dugazze in caso di forti temporali sempre più frequenti,
– perché infine la collocazione tra via Dugazze e via Michelangelo, punto già oggi trafficato in determinate ore del giorno per la presenza di più scuole in quella zona, renderà la viabilità su quelle due vie molto critica, che avrà ripercussioni su quelle adiacenti”.

“Tutte queste criticità erano state evidenziate dal Comitato “Desenzano più verde” che il 5 luglio ha depositato una petizione, sottoscritta da più di 2.070 cittadini residenti, chiedendo all’amministrazione di ripensare quel progetto sbagliato”, conclude il comunicato. “Ma ad oggi, dopo 80 giorni, quei 2000 e più cittadini non sono stati degnati di una risposta, ignorati come se non esistessero. Eppure in campagna elettorale il candidato sindaco Guido Malinverno nella lettera di appello al voto aveva scritto: ‘Sarà mia preoccupazione costante uscire dal palazzo e cercare di mantenere il dialogo con la città, con le sue forze sociali, con i cittadini’. Promesse di marinaio”.

 

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