Salò, 100mila firme per Greta ed Umberto

La petizione on line chiede l'equiparazione dell'omicidio nautico a quello stradale. E' indirizzata al Presidente Mattarella e al Ministro della Giustizia Marta Cartabia.

(red.) Sono già 100mila le firme raccolte per chiedere che l’omicidio nautico sia paragonato a quello stradale.
La petizione, avviata on line su change.org all’indomani della morte di Greta Nedrotti ed Umberto Garzarella, i due giovani (rispettivamente 25 e 37 anni) rimasti uccisi nel tragico schianto con un motoscafo nelle acque di Salò (Brescia) e per il quale si trova in carcere un turista straniero di 52 anni, Patrick Kassen, il quale ha ammesso di essere alla guida del Riva Aquarama che li ha speronati la notte del 19 giugno scorso, è indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Ministro della Giustizia Marta Cartabia.

L’iniziativa, intitolata “Giustizia per Umberto e Greta” si pone l’obbiettivo di equiparare l’omicidio nautico all’omicidio stradale.
“Come gli automobilisti”, si legge nelle motivazioni della petizione, “anche i diportisti al timone di unità a motore che, sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti, causino la morte di una persona devono essere puniti con pene sensibilmente maggiori a quelle previste per l’omicidio colposo“.

Salò Garzarella Nedrotti tedeschi investitori motoscafo barca natante con cadavere trovato a salò

“Noi chiediamo questo”, continua il testo, “perché l’attuale legge non tutela adeguatamente nessuno di noi durante la navigazione, esponendoci al rischio di essere travolti ed uccisi da individui che, consci della disparità tra le loro azioni e le pene previste dalle leggi nautiche, si permettono di condurre le loro imbarcazioni sconsideratamente, in stato di ebbrezza e a velocità folle. Questo è successo a Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, e i due tedeschi responsabili di questo fatto increscioso, Christian Teismann e Patrick Kassen, hanno potuto subito dopo andarsene tranquillamente dall’Italia perché le leggi nautiche sono così inadeguate che non hanno permesso di arrestarli immediatamente”.

“Noi chiediamo giustizia per Greta e Umberto”, si legge nel testo della raccolta firme, “chiediamo di equiparare le norme della navigazione a quelle previste per la strada ora; e chiediamo che queste due persone vengano entrambe arrestate e si faccia chiarezza sull’accaduto. Perché il sacrificio di questi due ragazzi abbia almeno un senso, perché le loro famiglie non piangano inutilmente, perché non ci siano più famiglie distrutte, perché possiamo tornare a goderci le serate estive in barca senza il timore di essere uccisi da individui che senza nessun rispetto per le regole e la vita si mettono alla guida di imbarcazioni potenti e le lanciano a tutta velocità infischiandosene delle conseguenze delle loro azioni.  Perché Umberto e Greta siamo tutti noi, tutte le persone che amano i nostri laghi e i  nostri mari e ora piangono due giovani vite e una giustizia che non si vede”.

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I promotori della petizione sono consapevoli che “se la nuova legge che chiediamo verrà approvata non sarà retroattiva, anche se noi vorremmo che lo fosse; vorremmo che sia Patrick Kassen che Christian Teismann  fossero condannati alla stessa pena prevista per omicidio stradale e omissione di soccorso. Quasi sicuramente questo non sarà possibile e questi due individui saranno giudicati secondo le leggi nautiche vigenti al momento del fatto. Ma vogliamo che siano perlomeno condannati entrambi a scontare in carcere il massimo della pena, considerando tutte le circostanze aggravanti, per il comportamento inclassificabile che entrambi hanno avuto sia prima che dopo l’incidente, per avere qualcosa che si possa definire giustizia per Umberto e Greta”.

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