Depuratore del Garda, Azione: “Ora la politica deve dimostrare serietà”

(red.) Sul depuratore del Garda si sta consumando uno spettacolo politico ai limiti dell’imbarazzante, la politica ora deve dimostrare serietà. Si è espressa così, in sintesi, Brescia in Azione attraverso la voce dei suoi rappresentanti in una conferenza stampa dedicata al problema del depuratore gardesano. “Pensavamo che l’utile e serena attività di confronto promossa da Acque Bresciane avesse calmato gli animi, avviando verso una soluzione condivisa”, ha detto Giulio Oliviero, coordinatore del Gruppo Ambiente di Brescia in Azione. “In realtà, siamo ritornati ad uno spettacolo politico imbarazzante: amministratori locali che fanno a gara a chi alza più la voce nel dire ‘Non lo voglio nel mio Comune’. o, addirittura, ‘non voglio che le acque passino nel mio territorio’, la Comunità del Garda che propone un commissario, con il chiaro intento di sgravare la politica da una decisione contrastata, le associazioni che ritornano a parlare del Chiese come ‘un fiume sacro’ e che parlano del depuratore come un impianto che scarica acque sporche”.

Illustrando la posizione del partito, Oliviero precisa: “Secondo noi la politica deve ora dimostrare coerenza e serietà: coerenza con la mozione Sarnico, sulla quale ci sarebbe molto da dire, ma che è stata approvata a larga maggioranza in consiglio provinciale, e per la quale la localizzazione a Lonato sarebbe conforme. Coerenza con i risultati del tavolo tecnico ministeriale che ha sancito la compatibilità dello scarico delle acque depurate nel fiume Chiese, fornendo chiare prescrizioni tecniche per la progettazione definitiva. La cosa ridicola è che il tavolo tecnico è stato richiesto proprio dalle amministrazioni locali e dalle associazioni che oggi ne ignorano i risultati ed insistono nel dire che lo scarico non possa essere nel Chiese”.

Davide Broglia, membro del gruppo Ambiente, aggiunge: “Si deve inoltre dimostrare serietà dicendo a chiare lettere ai cittadini che un nuovo depuratore non crea problemi, ma risolve problemi, che si possono prevedere limiti allo scarico migliorativi rispetto alla normativa e che le tecnologie sono ormai così avanzate che odori e gestione delle emergenze non rappresentano una seria minaccia per il territorio circostante. Il progetto sarà inoltre l’occasione per una sistemazione di tutti gli scarichi non trattati nel Chiese, ottenendo presumibilmente un miglioramento della qualità del corpo idrico. Facciamo inoltre notare che il riutilizzo delle acque in agricoltura determinerebbe alcuni obblighi di gestione da parte di Acque Bresciane in termini di monitoraggio delle acque in ingresso al depuratore, mettendo in sicurezza la qualità degli scarichi anche in situazioni anomale”.

Fabrizio Benzoni, coordinatore cittadino del partito, interviene dicendo che “è arrivato il momento in cui le amministrazioni locali e la politica si assumano la responsabilità di un’operazione di trasparenza e pragmaticità, parlando ai cittadini con chiarezza ed evidenziando la necessità di una mediazione che porti nel più breve tempo possibile ad una soluzione, per il bene del Garda e per risolvere l’inadempienza di molti Comuni alle normative europee sulla depurazione delle acque. L’aspetto della localizzazione e dell’individuazione del ricettore delle acque è, a nostro parere, il problema minore per la progettazione dell’opera, della
quale ci preoccupa molto l’impatto sulla viabilità gardesana e sulle attività della zona”.

Giovanni Ciato, coordinatore di Salò in Azione, ha già presentato ai tavoli di confronto alcune proposte migliorative per minimizzare l’impatto sulla Gardesana e a Salò, con un percorso del collettore meno impattante che eviti il centro cittadino ed i disagi ai residenti e al settore produttivo, anche se questo sarà l’aspetto più critico da analizzare nell’ambito della progettazione esecutiva.

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