Sirmione aderisce al “Manifesto della comunicazione non ostile”

(red.) “Un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole”: si riassume così l’essenza del “Manifesto della comunicazione non ostile” a cui la Giunta Comunale di Sirmione ha formalmente aderito, assieme ad altri comuni italiani tra cui Milano e Torino.
Un’iniziativa importante e significativa, nata dalla proposta della fondatrice e promotrice Rosy Russo con l’obiettivo di contrastare l’odio in rete sostenendo un uso consapevole del linguaggio da parte degli utenti, delle istituzioni e di tutti coloro che ricoprono ruoli fondamentali nella comunicazione online e offline.

 

“Il potere delle parole: commuovono, uniscono, scaldano il cuore – si sottolinea infatti nel sito di Parole O_Stili – oppure feriscono, offendono, allontanano. In Rete spesso l’aggressività domina tra tweets, post, status e stories. È vero che i social media sono luoghi virtuali, ma è vero che le parole che vi si incontrano sono reali e che le conseguenze sono reali. Per questo oggi, specie in Rete, dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole”.

“Dare giuste regole alla comunicazione per avere un linguaggio rispettoso è importante oggi più che mai – afferma il Sindaco Luisa Lavelli – soprattutto quando a essere coinvolti sono soggetti fragili, come ad esempio gli adolescenti. Per questo motivo la Giunta ha deciso di aderire al progetto di Parole O_Stili, chiedendo poi a tutti i nostri cittadini di fare propria questa iniziativa”.
“L’incontro con gli altri si regge sulla comunicazione – aggiunge l’assessore alla Cultura Mauro Carrozza – e la nostra crescita, individuale e di comunità, passa dalla capacità di ascolto reciproco. Le parole possono così diventare inclusive e aiutarci a superare ogni tipo di differenza. In tal senso va colto il recente invito di Papa Francesco a scegliere le parole che ci facciano vivere davvero”.

 

IL MANIFESTO

Pensato per la gestione dei rapporti tra cittadini e pubbliche amministrazioni, è uno strumento per aiutare concretamente a definire poche e semplici regole che consentano di instaurare un dialogo “non ostile”, primo vero presupposto per la partecipazione civica. Questo Manifesto è il frutto di un lavoro di partecipazione collettiva a cui hanno contribuito tutte le organizzazioni della società civile e le amministrazioni impegnate nell’attuazione del terzo action plan italiano per l’open government. – fonte www.paroleostili.it

1. Virtuale è reale
Non c’è buona amministrazione senza buona comunicazione. Investo le migliori energie perché la mia comunicazione online e offline sia semplice, accessibile, comprensibile, trasparente, cortese. So che quanto scrivo in Rete ha conseguenze reali.

2. Si è ciò che si comunica
So che l’azione amministrativa risulta tanto più efficace quanto più efficacemente la comunico: i cittadini hanno il diritto di accedere con facilità e fiducia a dati, documenti, informazioni e servizi, di essere coinvolti nelle scelte, di capire e verificare il mio operato.

3. Le parole danno forma al pensiero
Evito le formule astruse. Il burocratese vessatorio. I termini inglesi fuorvianti. So che capire è diritto di ogni cittadino. Se la mia espressione è oscura, questo significa che anche il mio pensiero e la mia azione non sono chiari e trasparenti a sufficienza. Incoraggio il dialogo.

4. Prima di parlare bisogna ascoltare
Ascolto le opinioni e i suggerimenti dei cittadini. Scelgo la collaborazione e attivo canali che favoriscano un dialogo costruttivo e civile. Se un dubbio o un quesito viene espresso, rispondo con tempestività. Se un disagio viene manifestato, mi interrogo su cause e rimedi.

5. Le parole sono un ponte
Scelgo parole e strumenti adatti a dialogare con tutti i cittadini, compresi anziani, stranieri, persone poco scolarizzate. Verifico che quanto dico o scrivo venga capito dai cittadini. È mia responsabilità farmi capire, favorendo una comunicazione positiva e propositiva.

6. Le parole hanno conseguenze
Sono consapevole del fatto che ogni mio messaggio e ogni mia azione hanno conseguenze concrete e rilevanti per la quotidianità dei cittadini. Sono accessibile, informo, semplifico, rendo chiari gli adempimenti e le procedure.

7. Condividere è una responsabilità
Quanto condivido in rete influisce sulla percezione del mio operato. Aggiorno informazioni e dati.
Li rendo reperibili, se possibile in formato aperto. Non diffondo messaggi fuorvianti o poco trasparenti. Informo i cittadini sui loro diritti: conoscenza, privacy, sicurezza.

8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare
Il rispetto reciproco è il fondamento della convivenza civile e migliora la collaborazione e la partecipazione. Faccio sì che ogni mia comunicazione sia rispettosa dei cittadini nella forma e nella sostanza, e promuovo presso la collettività una cultura del rispetto.

9. Gli insulti non sono argomenti
Gli insulti sono umilianti sia per chi li riceve, sia per chi li fa, sia per chi ne è spettatore.
Invito chi insulta a esprimere altrimenti la propria opinione. Non tollero insulti, nemmeno quando vanno a mio favore. Diffondo una netiquette per il buon uso dei miei canali online.

10. Anche il silenzio comunica
So che l’attenzione e il tempo dei cittadini sono preziosi e valorizzo la brevità. Comunico solo per motivi funzionali: per promuovere consapevolezza e partecipazione e mai per ragioni propagandistiche. La mia comunicazione è sempre utile, necessaria e pertinente.

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