Padenghe, dopo il ribaltone è meglio tornare a votare
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Nelle ultime settimane il Comune di Padenghe è stato al centro della cronaca locale per quello è stato definito un “ribaltone”. Un fatto inedito per il panorama bresciano, dove le persone sono poco abituate alla disinvoltura della politica di palazzo.
Stupisce quanto avvenuto qualche giorno fa, quando sei consiglieri comunali eletti nella lista civica uscita vincitrice dalle elezioni di due anni fa, hanno visto recapitarsi dalla Polizia Locale la notifica dell’ordinanza con cui venivano esautorati dai loro incarichi dal sindaco che avevano contribuito ad eleggere. Ancor più stupefacente quanto avvenuto qualche ora dopo ad opera dello stesso sindaco, che ha ospitato in pompa magna in Municipio gli esponenti locali e i membri delle segreterie provinciali di partito, cambiando la composizione della maggioranza e della Giunta, politicizzando l’amministrazione e dichiarando la sua appartenenza ad uno di questi. Est modus in rebus, ci vuole un po’ di misura nelle cose.
Padenghe è un paese di 4000 persone, 30 chilometri quadrati, una comunità tranquilla ed unita, anche in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. Qui si vota per l’ex sindaco, l’imprenditore locale, l’insegnante, lo sportivo, la persona impegnata nel sociale e nell’associazionismo.
Ora, nulla vieta al signor Zuliani di ricandidarsi: non più come civico, ma come alfiere del suo partito e proporre, in maniera limpida, un nuovo progetto amministrativo. Succede e si fa così, se si vuole tutelare le istituzioni e riportare armonia nella comunità.
C’è ancora un po’ di tempo prima che le posizioni si cristallizzino e per questo serenamente invito il sindaco a rimettere il suo mandato al giudizio dei cittadini. Non avrà certamente più il mio voto e quello di altri, ma guadagnerà nuovamente il rispetto di tutta la cittadinanza che, a Padenghe, vale ben più della poltrona più alta di Palazzo Barbieri.
Rocco Vergani
Padenghe sul Garda
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