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Alberti (M5S): “Ai sindaci gardesani il depuratore sta bene solo a casa d’altri?”

(red.) «Il sindaco di Salò Giampiero Cipani, capofila dei sindaci gardesani che vogliono far scaricare i reflui dei loro cittadini in altri comuni diversi dai loro, ha dichiarato guerra al Consiglio provinciale di Brescia reo di aver approvato una mozione che impone un principio localizzativo per i nuovi impianti di depurazione». A dirlo è il consigliere regionale Dino Alberti del M5S che da anni segue le infinite vicende del depuratore del Garda.
«L’oggetto della contestazione è il principio che prevede che un nuovo depuratore consortile debba essere realizzato sui territori dei comuni che il depuratore dovrà servire. In altre parole, il depuratore del Garda dovrà trovare la sua definitiva localizzazione all’interno dei comuni del lago di Garda e non più sul fiume Chiese, zona che con il bacino gardesano non ha nulla a che vedere».

«Questa decisione ha mandato su tutte le furie il sindaco di Salò che fino al giorno prima aveva trovato nella Provincia il suo alleato più fedele», prosegue la nota di Alberti. «Diversi erano stati i tentativi per far tornare sui propri passi il Broletto sul tema della localizzazione dei depuratori del Garda, purtroppo tutti falliti, tranne l’ultimo. Del resto quando per mesi i politici di tutti i partiti hanno riempito pagine di giornali per manifestare la propria contrarietà al progetto di Acque Bresciane, era inevitabile che si sarebbe arrivati alla decisione del depuratore sul lago. Lo hanno fatto ben sapendo che se non fosse stato così, quegli stessi politici avrebbero perso la faccia».

«Oggi si scopre improvvisamente che Cipani e molti altri primi cittadini gardesani sono stati contagiati dalla sindrome del “non nel mio giardino”», si legge ancora nel comunicato. «Finché si parlava di voler realizzare il depuratore in altri territori come Visano, Gavardo o Montichiari, andava tutto bene e chi soffriva della sindrome Nimby erano i visanesi, i gavardesi e i monteclarensi. Ora che gli impianti potrebbero essere realizzati nei comuni di Cipani e soci, gli stessi si lamentano affermando che la nuova decisione sia tutta un’inutile perdita di tempo e minacciano addirittura di adire le vie legali».
«Il M5S, a differenza loro, ha sempre sostenuto la necessità di individuare siti per la realizzazione degli impianti di depurazione del Garda esclusivamente nei territori dei comuni gardesani sposando da sempre la possibilità di scarico a lago dei reflui depurati dato che non esiste alcuna norma che vieta questo procedimento. E’ anche vero che non abbiamo mai avanzato proposte localizzative perché, come sostiene correttamente anche il sindaco di Salò, devono essere i tecnici a individuare il sito più idoneo. A differenza di quanto sostiene Cipani, però, non sono i tecnici a definire le linee di indirizzo della programmazione delle opere pubbliche né tantomeno quelle del Servizio Idrico Integrato. Se dovesse passare questo messaggio errato, allora tanto varrebbe consegnare le città e le province in mano ai tecnici e licenziare consigli comunali e assemblee provinciali visto la loro inutilità».

«L’idea che debbano essere i tecnici a decidere la linea politica di un ente come la Provincia è pericolosa perché profondamente antidemocratica. Cosa direbbe il sindaco di Salò se da domani non potesse più decidere quali opere pubbliche realizzare perché è tutto in mano si suoi uffici tecnici o ancora peggio all’ufficio tecnico di un soggetto terzo?», conclude Alberti. «Oggi è necessario fare uno sforzo maggiore e andare oltre alla sindrome Nimby. I comuni gardesani devono assumersi le proprie responsabilità ed avanzare proposte serie per localizzare gli impianti di depurazione. Sarebbe un gesto di grande responsabilità da parte loro. Come Movimento 5 Stelle provvederemo a breve a fare le prime proposte da porre all’attenzione dei competenti organi tecnici».

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