San Gervasio, l’ecomostro ha le ore contate: giù la Cittadella

Da mercoledì le ruspe abbatteranno lo scheletro di quello che doveva diventare un grande centro commerciale, progetto naufragato nel 2008. Al suo posto un polo logistico.

San Gervasio. Ha le ore contate l’ecomostro di San Gervasio, nella Bassa Bresciana, edificio in cemento armato, rimasto incompiuto da quasi 20 anni e che avrebbe dovuto ospitare, su una superficie di 100mila metri quadrati, un maxi centro commerciale.
Un progetto che è naufragato, lasciando sul territorio lo “scheletro” della struttura che, a partire da mercoledì, verrà definitivamente rimosso.
Non solo, i laterizi abbattuti verranno frantumati ed utilizzati per la costruzione del nuovo polo logistico.
Sul posto sono già arrivate le macchine demolitrici: due pinzatrici demoliranno 40 mila metri quadri di pilastri e solette, separando ferro e cemento. Un intervento preliminare che durerà 45 giorni.

Dopo questa fase il cemento verrà triturato sul posto con un apposito macchinario ed il materiale così recuperato verrà steso come sottofondo del piazzale del capannone.
Ad aggiudicarsi l’area dismessa la Ge-Tra-Pack di Chiari, che ha acquistato all’asta il complesso, denominato “Cittadella” per 1,6 milioni, più 318.200 mila euro di Imu arretrata da corrispondere al Comune dì San Gervasio. La azienda, specializzata nella lavorazione e nella trasformazione di materie plastiche, non ne ricaverà però un complesso commerciale o produttivo, ma realizzerà un grande polo logistico a cavallo fra le province di Brescia, Cremona e Mantova.

La genesi del polo commerciale (mancato) risale al 2004, quando la società Acme, gruppo Mensi, puntava alla creazione di un mega centro per la vendita di arredamento, con annessi ristoranti, un ipermercato, un cinema da 8 sale e una sala giochi. Progetto poi tramontato nel 2008 quando alcuni guai finanziari coinvolsero il titolare dell’azienda, poi morto prematuramente, bloccando l’iter. La costruzione delle opere era arrivata solo a un terzo dei 100 mila metri quadrati dì superficie previsti, lasciando l’edificio poi all’incuria e all’abbandono. Ora si volta pagina.

 

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