San Gervasio, allarme aviaria in un allevamento

Indagini in corso da parte di Ats Brescia per un sospetto contagio da aviaria in una azienda della frazione Casacce.

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(red.) Lo spettro dell’aviaria torna ad affacciarsi nel bresciano.
Sotto la lente di Ats (Agenzia tutela salute) un allevamento di tacchini a Casacce di San Gervasio, nella Bassa, in cui sarebbe stata rilevata la presenza dell’influenza aviaria.
Non vi è ancora la conferma ufficiale, ma sono già diversi i casi in Italia, ad esempio nella vicina provincia veronese dove, gli episodi più recenti sono stati segnalati dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie, centro di referenza nazionale per questa patologia, e risalgono al 25 ottobre: il virus si è presentato in un allevamento di tacchini, dove sono presenti circa 13mila animali.
Altri focolai, sempre in provincia di Verona, erano stati segnalati nei giorni precedenti per un totale di quasi 60mila tacchini.

L’allarme è alto perché si tratta di un virus con una grande resistenza nell’ambiente, dove può conservare la capacità di infettare per lungo tempo.
Il vento, le scarpe degli addetti, le ruote dei veicoli che entrano negli allevamenti, sono tutti “mezzi di trasporto” che il virus può utilizzare per spostarsi.
Poi ci sono gli uccelli selvatici, che oltre a essere aggrediti dal virus al pari di polli e tacchini, possono trasferire il virus a grandi distanze. Episodi di aviaria sono stati infatti riscontrati in esemplari di avifauna selvatica nella zona di Seniga, Pontevico e Rovato.

Questo mercoledì è prevista l’ordinanza per attuare le azioni da adottare nella
zona di protezione e nella zona di sorveglianza. Apprensione tra gli allevatori di fauna avicola con aziende situate in prossimità dell’allevamento sotto osservazione.
Nel febbraio di quest’anno, l’europarlamentare del Gruppo ID Lega Salvini Premier, Stefania Zambelli, aveva depositato un’interrogazione alla Commissione Europea attorno al tema della del pericolo rappresentato da nuove positività all’influenza aviaria in tutta Europa, rilevando come il problema della malattia si fosse ripresentato in Germania, Paesi Bassi, Belgio, Italia, Spagna, Romania, Slovacchia, Slovenia e numerosi altri paesi dell’Unione europea, evidenziando la necessità di un intervento “per prevenire un’ondata di influenza aviaria, che aggraverebbe ulteriormente la situazione sanitaria attuale”.

 

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