Pontevico, Giuseppe e Teresa “Giusti fra le Nazioni”

La coppia, durante la Seconda guerra mondiale, ospitò due sorelle ebree, fingendo che fossero loro cugine. Una di loro, Edith Fischhof, ora 98enne, ha ottenuto che venissero insigniti della massima onorificenza dello Stato d'Israele.

(red.) E’ una storia di coraggio ed abnegazione quella che viene da Pontevico, nella Bassa Bresciana, patria della coppia formata dal carabiniere Giuseppe Ippoliti e da sua moglie Teresa Zani, insigniti, post mortem, del titolo di “Giusti fra le Nazioni”, riconoscimento che viene attribuito dallo Stato di Israele a chi, durante la Seconda Guerra Mondiale, mise a repentaglio la propria vita per salvare quella degli ebrei perseguitati dai regimi nazista e fascista.

Edith Fischhof, 98 anni, e sua sorella Trude sono state protette e salvate, per un anno intero, da Peppino e Teresa, i quali le ospitarono nella loro casa bresciana fingendo che fossero loro cugine, sfollate da Viterbo.
Edith e la sorella vennero dapprima ospitate a Pontevico poi, i coniugi Ippoliti convinsero le suore Angeline a dare loro rifugio. E fu così che si salvarono dai rastrellamenti e dalle deportazioni.

La cerimonia di conferimento dell’onorificenza si è svolta giovedì mattina in una scuola di Latina, paese di cui Giuseppe era originario, alla presenza del sindaco di Pontevico, Alessandra Azzini.
Il carabiniere è deceduto nel 1974, la moglie Teresa nel 1990. Entrambi sono sepolti a Pontevico, dove vissero dal 1942.

A consegnare l’attestato al pronipote Paolo Ippoliti è stato l’ambasciatore di Israele, Dror Eydar, alla presenza di Edith Fischhof, arrivata da Israele.
La signora Edith ha lottato per anni perchè Giuseppe e Teresa, che non ebbero figli, fossero riconosciuti “Giusti fra le Nazioni”. Dopo avere trascorso tanti anni senza parlare di quella avventura, la signora Edith ha poi cercato in tutti i modi di ricostruire il gesto di generosità della coppia bresciana perchè avesse il giusto rilievo.

 

 

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