Interrogazione parlamentare sul tempio crematorio di Cadignano

(red.) Ha raggiunto il parlamento della Repubblica il dibattito sul forno crematorio di Cadignano, frazione di Verolanuova, in provincia di Brescia. La deputata della Federazione dei Verdi, Rossella Muroni, ha infatti presentato un’interrogazione a risposta scritta sull’impianto, che potrebbe sorgere nella Bassa.

“La giunta comunale di Verolanuova”, si legge nel documento, presentato il 29 marzo al ministero della Transizione Ecologica, “ha presentato una manifestazione di interesse presso la regione Lombardia per la costruzione di un impianto crematorio, in associazione con il comune di Manerbio e l’appoggio di altri 13 comuni. L’eventuale impianto consterebbe di 2 linee di cremazione da 1200 cremazioni/anno minime ciascuna, in un’area di 10.000 metri quadrati sul lato est del cimitero di Cadignano, per un bacino d’utenza stimato di circa 760 comuni in un raggio di 90 chilometri;
il comitato per la salute e l’ambiente di Verolanuova si è reso promotore di una petizione popolare per richiedere il ritiro della candidatura;
in assenza del provvedimento interministeriale previsto dalla legge n. 130 del 2001 e mai emanato, la regione avrebbe dovuto predisporre un Piano per una efficiente ed ambientalmente sostenibile realizzazione degli impianti sul territorio. La regione Lombardia non ha mai adottato tale piano ed, anzi, ammette l’assenza di «criteri tecnici uniformi finalizzati ad individuare prescrizioni specifiche, nonché valori limite alle emissioni»;
questo territorio è già fortemente compromesso da un punto di vista ambientale. Sversamenti illeciti altamente inquinanti nelle rogge, diserbature con glifosato, lastre di eternit abbandonate, allevamenti intensivi con emissioni di concentrazioni sovramassimali di nitrati, smog e PCB; inoltre, il comune di Verolanuova ed, in particolare, la frazione di Cadignano ha subito una selvaggia cementificazione di aree agricole;
il costruendo tempio crematorio disterebbe a poca distanza in linea d’aria dal Plis-Parco-Fiume Strone, patrimonio naturale intercomunale, che rappresenta uno dei pochi motivi d’orgoglio e riscatto per questo territorio. Verrebbe, inoltre, costruito sull’unica strada che ancora si può definire di campagna, che collega Cadignano con Verolavecchia. La stessa è utilizzata non solo da automobili e mezzi agricoli ma, proprio per la sua definizione di «campagna», anche da pedoni, corridori e biciclette;
inoltre, l’impianto si troverebbe ad una minima distanza dalle abitazioni (circa 250 metri), e disterebbe solo 400 dall’asilo e dalle scuole elementari. Distanze significativamente inferiori rispetto ai 500 metri, che costituiscono il limite minimo raccomandato dagli esperti, onde limitare danni per la salute dei cittadini senza contare l’aumento del traffico stradale, visto che la direttrice viaria che conduce a tale impianto attraverserebbe completamente il centro abitato. Su tale via, inoltre, è localizzato l’asilo;
tutto questo avrebbe anche un forte impatto sulla filiera agroalimentare. Proprio a Cadignano, a pochi passi dall’eventuale impianto, si producono il Grana Padano Dop ed il Provolone Valpadana Dop eccellenze dell’industria agroalimentare di questo territorio –:

 

se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e, nel caso, se intenda promuovere, per quanto di competenza, una riflessione tecnica al fine di garantire, nel rispetto delle competenze specifiche della regione Lombardia e del comune di Verolanuova, la tutela dell’ambiente e interventi di risanamento ambientale di un territorio già fortemente compromesso. (5-05608)”

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