Manerbio, “uffici tecnici troppo ingessati: silenzio travestito da smart working”

(red.) “Decidere e compiere scelte, questo oggi sta mancando all’Amministrazione comunale di Manerbio e alla Giunta Alghisi. Anche le poche scintille di positivo sviluppo rischiano di spegnersi come candele al vento”. Questo il commento di Manerbio in Azione a fronte dell’inerzia dell’Amministrazione manerbiese, che trova piena conferma nell’atteggiamento di chiusura degli uffici dell’area tecnica del Comune nei confronti di cittadini, professionisti e imprenditori.

Molte sono state, negli ultimi anni, le realtà imprenditoriali che si sono interessate a Manerbio, considerata ancora una cittadina piena di potenzialità grazie, soprattutto, alla sua posizione strategica, ma che, tuttavia, hanno preferito aprire sedi in altri Comuni più disponibili.

Fra queste ricordiamo una grande e storica multinazionale della Val Sabbia, che ha trovato in un paese vicino terreno più fertile o, per meglio dire, una burocrazia più snella e aperta allo sviluppo. E con la pandemia, secondo Andrea Almici di Manerbio in Azione,  la situazione sembra ulteriormente peggiorata. “È di queste settimane la notizia riguardante il progetto di insediare nell’Ex Area Marzotto, da tempo dismessa, un polo produttivo innovativo nel campo della green economy e dell’economia circolare. Purtroppo, anche in questo caso le porte del Palazzo Luzzago non sembrano essersi ancora aperte, con il rischio di lasciar prevalere un’ingessata burocrazia a cui poter attribuire la responsabilità di un’altra occasione di rinascita sfumata.

La storia di questi imprenditori si intreccia, poi, con quella di molti cittadini che hanno riposto le proprie aspettative sul bonus 110 %, istituito recentemente dal Governo per ridare nuovo vigore ad un settore fortemente provato come quello dell’edilizia, una filiera che attraversa professionisti, imprese, operatori nel settore delle nuove tecnologie per il risparmio energico, artigiani, consulenti finanziari, nonché, in tema di cessione del credito, enti finanziatori. Si tratta di un’occasione forse mai vista nello sviluppo sostenibile dell’edilizia privata, con effetto positivo anche nella sanatoria di abusi, a vantaggio delle casse comunali. Un bonus che necessita, tuttavia, di un passaggio formale presso gli uffici comunali per la verifica della congruità urbanista, rendendo prioritaria al buon esito della domanda l’interlocuzione fra i privati cittadini, i loro tecnici e il Comune.
Anche in questo caso ciò che trapela è solo un assordante silenzio travestito da smart working, che lascia tecnici e cittadini abbandonati a sé stessi”.
Ci domandiamo quindi: “L’area tecnica ha ancora un presidio attivo? Il Sindaco, la Giunta e il Consiglio stanno vigilando sulla reale operatività dei propri uffici?”. Decidere e compiere scelte, oggi come mai prima, sono l’ultima occasione per cogliere possibilità che possono consentire a Manerbio di ripartire!

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