Leno, detenuto con reddito di cittadinanza: tre indagati

L'uomo condannato, la moglie che ha chiesto la pratica e la dipendente del Caf sono ora finiti nei guai.

(red.) Prima detenuto nel carcere di Verziano e poi ai domiciliari, un 55enne marocchino insieme alla moglie e a una dipendente del Caf sono stati iscritti nel registro degli indagati da parte della procura di Brescia che ha scoperto un caso di reddito di cittadinanza percepito in modo illecito. In particolare, si parla di 7 mila euro che il nordafricano era riuscito finora a incassare. Fino a quando un controllo ha fatto emergere la situazione.

Teatro di questo scenario è Leno, nella bassa bresciana, dove, come hanno ricostruito i carabinieri della stazione locale, la moglie dell’uomo si era rivolta alla dipendente del Caf per chiedere il sussidio. E anche di fronte al fatto di essere informata sull’idea che l’uomo fosse stato condannato in via definitiva per vicende di droga, l’operatrice ha proseguito comunque nella pratica.

Ma non solo, perché nella stessa, oltre a omettere che il marito era detenuto, non era stato indicato che uno dei tre figli della coppia percepiva lo stipendio che faceva superare il livello consentito per ottenere l’aiuto economico. A questo punto gli indagati hanno venti giorni di tempo per farsi sentire o presentare una memoria prima che si proceda con la richiesta di rinvio a giudizio. Ed è probabile che l’uomo venga obbligato a restituire il sussidio percepito.

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