Sara Capoferri ospitata da uno sconosciuto

La donna ritrovata sabato dopo la fuga volontaria ha raccontato tutto ai familiari. "In auto fino a Berlingo, poi a piedi per km. Keita mi ha accolto".

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(red.) Da sabato sera 4 marzo, dopo undici giorni di scomparsa e senza alcuna notizia, la 37enne Sara Capoferri è tornata dalla famiglia dopo quella che è stata una fuga volontaria. La svolta è giunta nel momento in cui un indiano residente a Prevalle ha notato la donna in un bar di Rezzato, nel bresciano. A quel punto ha posto la segnalazione su Facebook e i carabinieri hanno raccolto il lancio arrivando al locale dove hanno trovato sana e salva la giovane madre in fuga dalla sera del 21 febbraio. Domenica la donna è tornata dalla sorella e ha raccontato i motivi di quel gesto e cosa abbia fatto negli undici giorni di fuga. Ha rivelato che la sera della scomparsa, dopo aver chiamato la figlia 16enne, residente con il compagno della donna a Palazzolo, avvisandola che sarebbe tornata, ha invece raggiunto Berlingo in auto e gettato il cellulare.

Ha detto che aveva bisogno di stare da sola e lontano da tutto e da tutti, vagando senza meta. Poi ha abbandonato la vettura nel paese della bassa e dice di aver camminato per chilometri durante la notte. Poi sarebbe salita su un autobus verso Brescia e infine in direzione di Rezzato. Qui dice di aver trovato uno straniero, Keita, che avrebbe notato la condizione di fragilità della 37enne chiedendole se stesse bene e se dovesse chiamare i familiari. Poi l’ha ospitata in casa per tutto questo tempo senza avvisare nessuno. Tra l’altro, la donna rivela di non aver visto tv nè letto giornali, quindi non avrebbero saputo della vasta operazione di ricerche.

Infine, si è arrivati a sabato quando un altro immigrato l’ha riconosciuta e si è chiuso il “giallo”. Ora la donna si trova in un posto sicuro e lontano da occhi indiscreti perché avrebbe bisogno di riposare. E’ comunque probabile che nei giorni successivi sarà di nuovo sentita dagli inquirenti per ricostruire i dettagli della fuga. Senza dimenticare l’auto bruciata a Berlingo e che resta ancora un mistero. Anche se potrebbe essersi trattato di un atto vandalico. La 37enne incontrerà anche la figlia nel ritorno a casa. Dal punto di vista delle indagini, gli inquirenti dicono che la donna e l’uomo che l’ha ospitata non rischiano alcuna denuncia. In ogni caso, i familiari di Sara Capoferri chiedono che venga lasciata in pace. La stessa 37enne ha rivelato di non voler più compiere gesti simili e di voler crescere la figlia.

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