Depuratore, “marcia su Roma” del presidio

I manifestanti che da oltre 40 giorni stazionano sotto il Broletto per chiedere che venga annullata la decisione assunta dal prefetto di Brescia, pronti a recarsi al ministero della Transizione ecologica.

(red.) La protesta del “presidio 9 agosto” contro il depuratore del Garda si appresta ad uscire dai confini provinciali per approdare a Roma, al ministero della Transizione ecologica. Lo hanno annunciato i manifestanti che, da 40 giorni, giorno e notte, con il sole e con la pioggia, stazionano al Broletto per chiedere che la scelta del commissario straordinario Attilio Visconti venga rivista e che la scelta di Gavardo e  Montichiari per la realizzazione di due nuovi impianti di depurazione delle acque reflue del Benaco (che scaricherebbero nel Chiese) venga modificata.

Oltre alla preannunciata “marcia su Roma”, i manifestanti, che oramai stazionano da oltre 40 giorni sotto le finestre della Prefettura di Brescia e hanno già promosso diverse proteste, invieranno una lettera a tutti i parlamentari bresciani per confrontarsi sul progetto.

Le decisioni sono state assunte nel corso dell’assemblea pubblica che si è tenuta nel pomeriggio di domenica 19 settembre in piazza Paolo VI.

A spiegare il calendario di passaggi programmati è stato Marco Apostoli, del  “Tavolo Basta Veleni”. Sul tavolo anche la restrizione agli orari del presidio che dovrà “chiudere” ogni sera alle 21, anzichè alle 23,30, limitando la possibilità di svolgere iniziative informative di carattere pubblico che raccolgono maggiore partecipazione proprio nelle ore serali. Il Comitato ha annunciato che chiederà un confronto in Comune per chiedere le autorizzazioni necessarie al prolungamento dell’orario.

 

 

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