Brescia, in piazza contro la didattica a distanza. Studenti: “Siamo stanchi”
C'è chi si unisce per rivolgere un appello al Capo dello Stato per vaccinare prima studenti e personale scolastico.
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(red.) Ieri, giovedì 21 gennaio, in piazza Vittoria a Brescia è andato in scena l’annunciato presidio di studenti, genitori e insegnanti delle scuole superiori che hanno protestato contro la didattica a distanza diventata quasi perenne. In piazza sono scese un centinaio di persone e il grido d’allarme emerso è quello che fare lezione da dietro un computer o un tablet non è più sufficiente e che gli stessi studenti si sentono abbandonati. Molti si sono detti stanchi di questa situazione in un Paese come l’Italia che ha tenuto le scuole chiuse più a lungo rispetto che al resto d’Europa.
Una protesta che arriva anche dagli insegnanti, lamentando il fatto che in estate si è lavorato a un protocollo, ma di fatto si è potuti tornare in presenza solo per un mese. Tutti sono d’accordo sul fatto che la didattica a distanza sia stata utile nel corso della prima ondata della pandemia da Covid-19, ma non in questo periodo. E così l’Unione degli Studenti che ha organizzato il presidio chiede di risolvere il problema dei trasporti, tracciare i contagi nelle scuole, dati più trasparenti e una riforma della valutazione didattica.
Ma il richiamo principale va alle istituzioni, visto che molti di quelli che protestano ritengono che il mancato ritorno in presenza a scuola sia dovuto alla scarsa volontà e al fatto che nessuno voglia prendersi la responsabilità. Per questo motivo è stato lanciato un appello anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per spingere sul considerare di vaccinare studenti e insegnanti come categorie prioritarie. Ed è stato anche rivolto dalla piazza un appello rivolto ai genitori degli studenti per aderire al richiamo verso il governatore lombardo Attilio Fontana per il ritorno in presenza il più presto possibile.
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