Desenzano, torna il presidio ai magazzini Penny

Va avanti a oltranza da domenica notte la nuova protesta del sindacato Si Cobas con altre decine di sostenitori in difesa degli addetti esclusi dal lavoro.

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(red.) Dalla notte di domenica 3 novembre è montata di nuovo la protesta davanti agli ingressi dei magazzini di Desenzano del Garda, nel bresciano, che forniscono la merce ai supermercati Penny Market. Tanto che diversi camion giunti ieri mattina, lunedì, all’alba per poter caricare i prodotti da distribuire ai punti vendita sono stati bloccati. Una situazione che ha indotto anche all’arrivo della Polizia Locale che ha cercato di evitare il caos nelle code e nel traffico che si sarebbe formato. Di fatto, quindi, il presidio del sindacato Si Cobas e di alcuni attivisti del Collettivo Gardesano Autonomo a difesa di undici lavoratori che erano stati rimossi dal posto di lavoro e accusati di sabotaggio, non si era mai levato.

Era il 18 ottobre quando in prefettura si era svolto un incontro tra le parti per verificare tutte le soluzioni possibili e così sembrava che la situazione fosse tornata tranquilla. Invece, i presidianti si erano spostati e avevano continuato a ostacolare i camion in arrivo. A questo punto si prevede che il presidio imbastito domenica notte andrà avanti a oltranza e formato da circa cinquanta persone. Il sindacato, infatti, chiede che gli undici addetti esclusi dal lavoro dalla cooperativa Servizi Associati, gestore del magazzino, vengano reintegrati.

Tra l’altro i lavoratori, come detto, erano stati rimossi perché avrebbero ostacolato la produzione e non rispettato i ritmi imposti dall’azienda. E ora in prefettura si prevedono nuovi tavoli di confronto per trovare una soluzione definitiva. Infatti, non è stata accolta in modo positivo la proposta di ritirare le denunce e accompagnare gli undici addetti con una compensazione economica per lasciare il lavoro. E al contrario gli esclusi chiedono di essere reintegrati. Tuttavia, dalla prefettura fanno sapere che non potranno tornare di nuovo al lavoro e l’unica condizione che hanno è quella di rivolgersi al giudice del lavoro o in tribunale.

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