Abnubillah è un giovane muratore disoccupato che vive a Ghedi dal 2002 con la sua famiglia, la moglie e tre bambine tutte nate a Brescia, negli ospedali della Bassa. L’uomo però ha perso il lavoro un anno fa e da allora ha smesso di pagare l’affitto.
Mercoledì 8 gennaio, in mattinata, l’ufficiale giudiziario si è presentato per la terza volta per eseguire lo sfratto ma davanti all’abitazione c’era un picchetto composto da una trentina di attivisti dell’associazione Diritti per tutti, che, con striscionie bandiere hanno impedito l’esecuzione dell’atto giudiziario. Lo sfratto è stato così bloccato e rinviato al 25 febbraio. «Se per quella data non sarà garantito un passaggio da casa a casa- hanno ribadito gli attivisti in una nota -, un altro picchetto, ancora più robusto, impedirà che questa famiglia venga gettata in strada».
Non si tratta però di un’azione isolata: dall’associazione fanno sapere che domani si terrà un altro identico picchetto, in via Benicori, e altre attività di protesta sono previste per la settimana di sollevazione nazionale indetta da varie associazioni che cade tra il 15-22 gennaio.
Ghedi, sfratto bloccato da picchetto
Una trentina di attivisti di Diritti per tutti hanno impedito all'ufficiale giudiziario di eseguire uno sfratto ai danni di una famiglia immigrata e promettono nuove azioni.