“9 dicembre”, chi sono i manifestanti?

Continua la protesta dei "forconi" a Brescia. Giovedì erano sotto Equitalia in via Cefalonia. Fra loro molti imprenditori, artigiani e disoccupati colpiti dalla crisi.

(red.) Molti sono i tentativi di definire e inquadrare politicamente la protesta dei “forconi”. Definizione questa che del resto non piace ai manifestanti: «Siamo il movimento 9 dicembre, rappresentiamo l’inizio della fine di questo sistema, siamo normali cittadini stanchi, che hanno deciso di protestare», continuano insistentemente a ripetere.
Una protesta che trova il suo coordinamento spontaneo sui social network, ma che poi si organizza sul campo e in ogni città assume obiettivi autonomi. E a Brescia nel mirino c’è soprattutto l’oppressione fiscale, oltre che la mancata rappresentanza dei partiti politici.
Giovedì il movimento si è spostato a Brescia 2, in via Cefalonia, sotto la sede di Equitalia. Per molte ore, i manifestanti hanno distribuito volantini, scandendo radi slogan contro il Governo e la burocrazia.
Sono molti infatti gli imprenditori e gli artigiani che protestano, sia contro l’euro che contro l’oppressione fiscale. Roberto Zanola, imprenditore di Ome (ha una azienda immobiliare), ad esempio racconta di non avere problemi: «Ma di essere determinato a mobilitarsi pacificamente con gli altri perchè la gente deve svegliarsi». «In 49 anni non ho mai fatto una manifestazione – dice con orgoglio – qui non abbiamo portato la politica ma la gente che vuole reagire alla situazione che la politica ha creato». Certo si potrebbe obiettare loro l’inesperienza della protesta, che chiede insistentemente la caduta del Governo, ma sembra non avere le idee ben chiare sugli obiettivi politici da perseguire.
Una protesta che cela il bisogno essenziale di manifestare il proprio malessere. E di malessere sociale ne patiscono soprattutto i disoccupati, altra categoria molto rappresentata all’interno del movimento. «Sono qui con mio figlio Emanuele – racconta Salvatore Brosco, da 14 anni a Brescia, padre di cinque figli -, ho perso il lavoro e nessuno si interessa di me: il Governo dovrebbe fare qualcosa per le famiglie, io sono stato dipendente ed autonomo, ora non so come tirare avanti».
Un coordinatore tuttavia esiste quasi ovunque, e a Brescia si chiama Renzo Erbisti, autotrasportatore che si presenta come sindacalista di «Azione nel Trasporto Italiano», realtà autonoma nata da qualche settimana (come si evince dalla pagina facebook). Erbisti rivendica: «La natura pacifica e non violenta di tutte le iniziative».
L’idea che se ne ricava, in sintesi, passando un po’ di tempo tra i partecipanti è quello di un movimento che cerca di farsi conoscere, e allo stesso tempo di conoscersi, radunando persone di diversa provenienza sotto bandiere, forse un po’ generiche, ma che hanno una loro presa sociale.  Anche per questo il movimento sembra far gola a molte realtà politiche, dall’estrema destra al Movimento 5 Stelle. A un certo punto sopra le sede di Equitalia si sono issati degli attivisti di Forza Nuova e hanno sventolato un lungo striscione dove l’ente veniva definito “strozzino di stato”.
Insomma, rimaniamo in attesa di conoscerlo meglio anche noi.

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