Vigili del fuoco volontari contro i tagli alle risorse

A Brescia sono 300, suddivisi in 14 distaccamenti provinciali. In un anno hanno realizzato oltre 2600 interventi, ma ora devono fare i conti con le sforbiciate del Governo.

(red.) I tagli del Governo stanno mettendo a dura prova il corpo dei vigili del fuoco volontari, il cui apporto lavorativo è di fondamentale importanza per la gestione delle emergenze ma anche delle attività di routine dei 14 distaccamenti della provincia di Brescia.
E i pompieri che, con passione e dedizione svolgono questa professione, sono pronti a fare fuochi e  fiamme (è il caso di dirlo) per trovare una soluzione alle diverse problematiche connesse alla spending rewiev.
Innanzitutto c’è la questione della visita medica a cui un aspirante vigile volontario deve obbligatoriamente sottoporsi e che, da oggi, non sarà più a carico dell’amministrazione pubblica, ma del candidato stesso. Il costo? 260 euro. Non proprio una bazzecola, insomma. Inoltre, per poterla effettuare, il volontario deve recarsi al Compartimento delle Ferrovie dello Stato di Verona.
Una trasferta che, in alcuni casi, comporta, soprattutto per chi risiede nelle zone del Bresciano più lontane, un’assenza anche dal posto di lavoro.
I rappresentanti dei 14 distaccamenti bresciani (che raccolgono circa 300 vigili volontari) hanno avuto un incontro in Prefettura in cui sono stati snocciolati i diversi temi.
La questione è importante perché legata alla sicurezza dei cittadini. Si pensi che in un solo anno i 300 pompieri volontari hanno realizzato, nel 2011, un totale di 2.665 interventi, di cui 486 nel distaccamento di Desenzano e 356 in quello di Chiari. Le dotazioni di cui dispongono i vigili volontari sono, per l’80%, acquistati tramite donazioni o attraverso le amministrazioni locali. Un servizio, dunque, molto più che “virtuoso”.

 

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