Trenzano: niente sfratti, vittoria degli attivisti

Un picchetto di oltre cento persone ha impedito che due famiglie venissero allontanate dai propri alloggi. La proprietà ha deciso di trovare una soluzione per gli inquilini.

(red.) “L’avevamo annunciato e la promessa è stata mantenuta: lo sgombero di Trenzano sarebbe stato la Stalingrado della lotta agli sfratti, la grande battaglia di civiltà contro la barbarie“. Così il comitato Antisfratti e  l’associazione Diritti per tutti hanno commentato la protesta messa in scena questa mattina per impedire lo sgombero di due famiglie di Cossirano.
“Nonostante la presenza di decine di carabinieri, del reparto mobile e delle compagnia di Chiari, lo sgombero è stato bloccato grazie ad un poderoso picchetto composto da oltre 100 persone che si era formato nel cuore della nott: 20 attivisti barricati in un appartamento, 20 nell’altro e oltre una sessantina in strada, a fare da muraglia umana davanti alla porta di ingresso del modesto alloggio di via Martinengo 2 f, dove vive il muratore Abdelkrim con la sua famiglia”.
E gli attivisti cantano vittoria “non solo perché lo sgombero è stato sospeso e rinviato, ma perché nelle prossime settimane dovrà essere reperito un alloggio alternativo e la proprietà (una ricchissima famiglia del paese) ha dato la disponibilità a stanziare un fondo per le due famiglie per garantire il pagamento del canone di affitto per oltre un anno”.
“Il momento più bello e pregnante”, spiega una nota, “è stato quando, dopo aver bloccato lo sgombero, si è aperta la porta di ingresso dell’appartamento e il muratore marocchino Abdelkrim è uscito con in braccio la figlia Chaima che ha sciolto la preoccupazione in un sorriso, salutando tutti con la manina mentre scoppiava un fragoroso applauso. Il momento più squallido è stato invece quando il sindaco
Andrea Bianchi (giunta Pdl-Lega) si è sottratto ad un incontro con una delegazione dei manifestanti facendo riferire che non si trovava in municipio mentre veniva scoperto alla finestra del suo ufficio che sbirciava di nascosto da dietro una persiana: un comportamento che è
espressione di una classe politica forte con i deboli ma pavida di fronte a chi lotta per i propri diritti”.
Gli attivisti infatti si erano recati in presidio davanti al comune, poi la giornata di mobilitazione si è conclusa con un corteo per le vie del paese e con una promessa: “Torneremo se il comune non farà il proprio dovere e non avrà un ruolo attivo nella risoluzione definitiva della questione”.

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