Green Hill, “Ora le città antivivisezione”

Lo chiede l' Aidaa che propone alle amministrazioni di istituire una cartellonistica ad hoc nei centri che si sono distinti per la lotta contro la sperimentazione.

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(red.) Dopo che decine tra sindaci ed assessori sono scesi pubblicamente in piazza per chiedere la chiusura di Green Hill, l’allevamento di cadi Montichiari (Brescia) e contro la vivisezione, per l’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) “ora è il momento di passare dalle parole ai fatti e gli enti locali a partire dai municipi in questo hanno poteri tutt’altro che trascurabili come ad esempio quello di introdurre dei criteri estremamente limitativi nei piani urbanistici in merito all’istallazione sul territorio di allevamenti o laboratori che possano essere in qualche modo riconducibili alla vivisezione o alla sperimentazione animale”.
Aidaa chiede ai sindaci ed agli assessori e più in generale ai consigli comunali delle città italiane che maggiormente si dimostrate sensibili alla lotta alla vivisezione un gesto simbolico forte: la costituzione delle città anti vivisezione.
Per dichiarare una città antivivisezione (specie se vi sono insediamenti universitari dove la pratica della vivisezione animale è ancora colpevolmente parecchio diffusa), viene spiegato, il consiglio comunale deve votare una delibera o un ordine del giorno in cui si impegna a dichiararsi città contro la vivisezione e per dimostrarlo pubblicamente la scritta “città antivivisezione” deve apparire sotto i cartelli indicatori dell’inizio del territorio della medesima città o paese.
“Vogliamo fare una battaglia trasversale”, afferma Lorenzo Croce dell’Associazione, “sulla stessa lunghezza d’onda che portò qualche anno fa  centinaia di paesi e città italiane ad essere denuclearizzate. E’ chiaramente un atto simbolico”, continua il presidente di Aidaa, “ma siccome l’86% degli italiani si è dichiarato contro la vivisezione mi pare ovvio che chi li rappresenta negli enti locali di primo livello, e vale a dire i comuni, dopo aver dato pubbliche dichiarazioni a sostegno della battaglia antivivisezione ora si impegnino con atti ufficiali per dichiarare pubblicamente che le città ed i paesi italiani sono contrari alla vivisezione e che non permetteranno attraverso gli strumenti urbanistici e regolamentari dei singoli comuni che sul loro territorio si insedino o continuino a esercitare la loro attività di morte strutture pubbliche o private dove si attua la vivisezione o la sperimentazione animale”.

 

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