Green Hill, mini catena umana degli attivisti

Si è svolta domenica la manifestazione contro l'allevamento bresciano. Gli animalisti tengono alta l'attenzione sul caso, in attesa delle risposte della politica.

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(red.) Hanno “abbracciato” la collina su cui sorge Green Hill, la cosiddetta “fabbrica di cavie”, al centro di una campagna antivivisezione salita alla ribalta nazionale.
Domenica alle 15, un gruppetto di attivisti, meno numerosi delle precedenti iniziative, si è raccolto a Montichiari (Brescia) per l’ennesima manifestazione di protesta contro l’allevamento di cani beagle destinati alla sperimentazione scientifica.
Sul Colle di San Zeno si sono ritrovati una sessantina di manifestanti, che in una mini catena umana hanno circondato l’area su cui sorge l’azienda. Ad vigilare agenti  della Digos, carabinieri, Polizia locale, Guardia forestale.
Non si è registrato nessuna problema di ordine pubblico, gli animalisti hanno simbolicamente accerchiato green Hill, ancora una volta per dimostrare che il tempo per l’allevamento di cani sta per scadere.
Dopo l’annuncio ufficiale che, nei giorni scorsi, la Camera ha approvato l’articolo 16 della legge comunitaria che fissa principi e criteri della protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, profilando, dunque, dopo il passaggio dell’articolo di legge anche al Senato, la chiusura dell’allevamento bresciano di Green Hill, o, in alternativa, una sua riconversione, e dopo che, anche in Regione,  è stato presentato un Progetto di legge che vieta l’allevamento di cani, gatti e primati non umani per fini di sperimentazione, valido su tutto il territorio lombardo, sembra che davvero Green Hill abbia i giorni contati.
Ma gli attivisti restano in vigile attesa e continueranno a protestare perché sulla vicenda non cali il silenzio e le promesse della politica trovino poi una effettiva applicazione.
Una nuova iniziativa di protesta è stata infatti annunciata per sabato 3 marzo in alcune città italiane per dire “no” alla vivisezione.

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