Fiom: “In Iveco pressioni e minacce”

"Ancora una volta l’azienda e le organizzazioni sindacali firmatarie dell'accordo separato in Fiat del 13 dicembre hanno cercato di limitare l’esercizio dei diritti sindacali".

(red.) Giovedì mattina in Iveco, sul cancello delle merci di Via Volturno, si sono svolte le assemblee indette dalla Fiom Cgil – sul primo e sul secondo turno – a cui è seguito, nella mattinata, uno sciopero con manifestazione con la partecipazione dei lavoratori delle fabbriche della città.
“Ancora una volta l’azienda e le organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo separato in Fiat del 13 dicembre scorso hanno cercato di limitare l’esercizio dei diritti sindacali in Fiat”, dice una nota della Fiom, che racconta quanto accaduto negli ultimi giorni in Iveco.
La Fiom – nell’ambito delle quattro ore di sciopero decise a livello nazionale sui temi delle diritti e delle libertà sindacali, sul confronto aperto con il governo sugli ammortizzatori sociali, in difesa dell’articolo 18 e contro l’aumento dell’età pensionabile – aveva organizzato lo sciopero di oggi nei giorni scorsi e un corteo a Brescia con concentramento alle ore 9 in via Fiume, davanti ai cancelli dell’Iveco.
“Martedì sera”, spiega il sindacato, “Fim, Uilm e Fismic hanno indetto, per oggi e in concomitanza con lo sciopero Fiom, un’assemblea di un’ora dalle 9 alle 10,  assemblea autorizzata dall’azienda nonostante non ci fossero le consuete 48 ore di preavviso necessarie, a cui la Fiom ha aderito con la richiesta di un’assemblea retribuita dalle 9 alle 10 e lo spostamento dello sciopero e del corteo dalle 10 alle 11″.
Ma stando ai fatti ricostruiti dalla Fiom “ieri sera l’azienda ha prima negato le assemblee Fiom e con comunicato affisso nelle bacheche ha informato i lavoratori sulle modalità delle assemblee indette da Fim, Uilm e Fismic, uniche ad essere autorizzata, vietando ‘assembramenti diversi’ per ‘assicurare il normale flusso dei materiali e il transito degli automezzi’ . Dalle 21 alle 22 ieri sera e questa mattina, dalle 6 alle 9, al comunicato aziendale si sono aggiunte pressioni e minacce di provvedimenti disciplinari fatte nei confronti dei lavoratori da responsabili, capi e guardie”.
Per il sindacato “con la nota aziendale si voleva impedire quello che è accaduto due settimane fa, quando diverse centinaia di lavoratori hanno partecipato all’assemblea con il segretario nazionale Fiom Maurizio Landini sul filo della sbarra del cancello di via Volturno. Stamattina sul cancello alle 9 i lavoratori hanno deciso di partecipare, prima all’assemblea promossa dalla Fiom fermandosi all’interno del piazzale e lungo il marciapiede, proprio per evitare di incappare in provvedimenti disciplinari e poi dalle 10 allo sciopero, riuscito, con la fermata delle catene al reparto montaggio”.
Ai lavoratori Iveco si sono aggiunti “altre centinaia di colleghi di altre fabbriche cittadine, il corteo è sfilato lungo via Volturno, entrato in tangenziale Ovest e rientrato in via Franchi, per poi concludere la manifestazione nell’altro ingresso Iveco, quello di via Fiume, dove da settimane c’è la sala sindacale della Fiom. È il nuovo ufficio di rappresentanza del sindacato più rappresentativo in Iveco da quando, dal primo gennaio 2012, chi non firma gli accordi Marchionne non ha più diritti sindacali in Fiat”.
Anche nell’assemblea del secondo turno, dalle 14 alle 15, e sempre sull’entrata merci di Via Volturno “la partecipazione dei lavoratori ha dimostrato che non è l’azienda a decidere a quali assemblee partecipano i lavoratori in Iveco; il secondo turno effettuerà le due ore di sciopero nella giornata di domani dalle 20 alle 22. Il clima in Iveco, e in tutti gli stabilimenti della Fiat, è molto pesante e continue sono le intimidazioni nei confronti dei lavoratori e dei delegati della Fiom; l’iniziativa di oggi dimostra però che la determinazione dei lavoratori Fiat e delle altre fabbriche bresciane è forte”.
La mobilitazione si è conclusa rilanciando con un altro appuntamento: la manifestazione nazionale promossa dalla Fiom che si terrà a Roma il 18 febbraio.

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