“Ronde anti-lucciole” in viale Piave

Un gruppo di cittadini a passeggio per il quartiere per "dissuadere" i clienti delle prostitute. Sabato 22 ottobre manifestazione di protesta "per i diritti degli italiani".

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(red.) Si affiancheranno ai “City Angels” nel pattugliamento del quartiere di viale Piave a Brescia. Nove cittadini che fanno parte del Comitato di viale Piave, indossando una maglietta con il logo dell’associazione dei cittadini, effettueranno una “passeggiata di disturbo” lungo le strade del quartiere così da tentare di dissuadere, con la propria presenza, il transito delle auto in cerca di “lucciole”.
La prima “ronda anti-prostituzione”, realizzata senza il supporto degli “angeli”, è stata effettuata domenica sera, tra le 21 e le 23,30, quando il gruppo di cittadini ha camminato lungo i viali della città e sostato soprattutto nei pressi dei punti “di contatto” tra le prostitute ed i loro clienti.
L’obiettivo dichiarato, come afferma anche dalle pagine del suo blog la portavoce Sara Balsamo, è quello di “bloccare i clienti ancora prima che si avvicinino” in sintonia con quelli di solidarietà e sicurezza che costituiscono lo statuto della associazione degli “angeli della città”.
Non solo il fronte anti-prostituzione tra le attività del Comitato, ma anche la manifestazione di protesta indetta per sabato 22 ottobre nel quartiere, intitolata “Sì ai diritti degli italiani”, per chiedere di “non essere discriminati perché italiani”.
“Essere extracomunitari e non rispettare la legge”, si legge sul sito della portavoce Balsamo,in cui viene annunciata la protesta, “e non rispettare la legge ormai è fonte di privilegi. In italia, “prosegue la nota, “essere extracomunitario è più vantaggioso: un nomade ha più diritto ad una casa pubblica di un pensionato che paga le tasse da una vita e prende una miseria”. E ancora, sul bonus bebè: “Anche su questo gli italiani vengono dopo”, si sottolinea,  e non manca il riferimento al recente capitolo relativo alla moschea di viale Piave a cui il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del Tar che dava ragione al comune di Brescia, ha “restituito” l’agibilità all’immobile.
“Nauseati dai privilegi che vengono concessi a coloro che agiscono illegalmente”, prosegue la nota della Balsamo, “abbiamo deciso di scedere in piazza per dire che non intendiamo essere discriminati. A cosa serve”, viene chiesto”, presentare petizioni e firme se poi i provvedimenti presi dal sindaco per aiutare i citatdini, e in più trovati giusti dal Tar, vengono resi nulli da Corte Costituzionale e Cosniglio di Stato?”.

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