Gli architetti contro il nuovo Codice degli appalti: “Meloni, ripensaci”

Lettera aperta al presidente del Consiglio firmata dall'Ordine di Brescia insieme a 101 omologhi di altre province: “Troppa fretta. Nel nuovo testo criticità che ci riportano indietro su temi strategici”.

Brescia. L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Brescia si associa agli altri omologhi Ordini territoriali che hanno scritto al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendo la modifica del Codice dei contratti pubblici. Nella lettera aperta i presidenti degli enti firmatari di 102 su 105 province italiane rilevano con forza che nel nuovo Codice, proposto e diffuso in questi giorni, sono contenute criticità che, per i professionisti segnano un netto passo indietro rispetto ad alcuni temi strategici riguardanti l’intera comunità.
“Dopo il già duro comunicato del presidente del consiglio nazionale, Francesco Miceli, abbiamo preso una posizione ancora più decisa”, dichiara il presidente dell’Ordine degli Architetti di Brescia, Stefano Molgora. “Avevamo infatti compiuto un lungo e complesso lavoro di messa a punto del Codice dei contratti ed il risultato di fronte al quale ora ci troviamo di fronte è deprimente. Sono stati cancellati principi e concetti basilari per la nostra professione. La scelta dei concorsi, quale strumento per l’affidamento dei servizi di progettazione che ora viene ridimensionata, doveva essere confermata e casomai perfezionata in coerenza con i risultati in termini sia quantitativi sia qualitativi registrati negli ultimi anni”.

Il nuovo testo preliminare del Codice dei contratti introduce modifiche alle procedure per rendere più veloce l’affidamento dei lavori delle opere pubbliche. “Non sempre però”, prosegue Molgora, “come ha rilevato il Presidente del CnA, Miceli, la semplificazione porta ai risultati auspicati. Abbassare la soglia dei controlli apre infatti spazio ad illegalità, penalizza le imprese qualificate e mette in secondo piano la qualità del progetto e delle opere pubbliche. Esiste una grave sottovalutazione della centralità del progetto nel processo di sviluppo delle procedure nelle opere pubbliche con il rischio concreto che le risorse del Pnrr possano essere intercettate ma non impegnate nella strategia di ripresa del Paese su cui l’Europa ha avviato il Recovery Fund per raggiungere obiettivi fondamentali in tema di transizione ecologica ed energetica”.

Il nuovo testo, scrive l’Ordine di Brescia assieme agli altri 101 Ordini territoriali nella lettera al premier, è sicuramente decisivo per ridurre tempi e procedure nell’affidamento e nella programmazione, pianificazione e progettazione di opere, “ma non può condurre all’eliminazione di parti di leggi indispensabili per la qualità del progetto e delle conseguenti realizzazioni. La qualità dei programmi, dei piani, dei progetti deve essere la priorità assoluta ed è per questo che va rafforzata come cardine di tutte le opere da realizzare per il futuro del Paese”. Insomma, fare in fretta non è principio di per sé garante del fare bene e, almeno in questo caso, tale non è.

Gli architetti chiedono quindi al governo un ripensamento delle soluzioni proposte e si rendono disponibili sin da subito ad istituire un tavolo di confronto tra le varie componenti produttive e le rappresentanze degli stessi Ordini professionali al fine di porre in essere gli indispensabili correttivi. “Un progetto di qualità, una buona realizzazione di edifici, spazi pubblici e infrastrutture migliorano le nostre condizioni di vita e non possono essere posti in secondo piano rispetto a interessi economici e temporali. Il costruito di oggi sarà il nostro abitare di domani”.

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