Brescia, Carlo Mosca: la procura ricorre in Appello

Brescia. Tornato a svolgere la professione di medico, non più a Montichiari, ma al 118 degli Spedali Civili di Brescia, il dottor Carlo Mosca, assolto in primo grado con formula piena («perchè il fatto non sussiste») nel processo che lo vedeva imputato con l’accusa di avere cagionato volontariamente la morte a due anziani bresciani affetti da Covid nel marzo del 2020, somministrando farmaci letali, ora potrebbe tornare nelle aule giudiziarie.
Il pm Federica Ceschi ha infatti deciso di ricorrere in appello sulla base di presunte intercettazioni ambientali che sarebbero ammissioni di colpa da parte di Mosca e sulla base del fatto che tracce di un medicinale tra quelli contestati in primo grado sono state trovate nel corpo di uno dei pazienti deceduti.

«Se questa anticipazione troverà conferma nei fatti, il dottor Mosca – hanno commentato gli avvocati Michele Bontempi e Elena Frigo, legali del medico –  « con la quale ha superato il duro e ingiusto patimento degli arresti domiciliari, forte della sua innocenza, resa ancora più evidente dalle conclamate prove false create a suo danno, come riconosciuto dalla stessa sentenza di assoluzione della Corte di assise di Brescia».
I legali di Mosca hanno poi polemizzato sul fatto che  il possibile ricorso in appello sia stato «comunicato alla stampa prima che al diretto interessato».