Caso Bozzoli, la difesa di Giacomo: «Mancanza assoluta di prove»

Per il legale del nipote dell'imprenditore di Marcheno scomparso quasi sette anni fa dalla fonderia di cui era contitolare, Giacomo Bozzoli è "innocente, da sette anni in carcere". La sentenza forse già venerdì sera.

Brescia. La Procura di Brescia ha chiesto l’ergastolo per Giacomo Bozzoli, unico imputato nel processo per la scomparsa dello zio Mario, 50 anni, secondo gli inquirenti ucciso e fatto sparire nella fonderia di cui era contitolare l’8 ottobre di quasi sette anni fa, a Marcheno.
Dopo l’udienza in cui a parlare è stata la pubblica accusa, questo giovedì mattina, in aula, le repliche della difesa dell’uomo, in carcere dal 2015 con l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere.
Luigi Frattini, legale dell’imputato ha ribadito l’assenza di prove nei confronti del suo assistito, «in carcere da innocente da sette anni», mentre sussisterebbero, secondo l’avvocato della difesa, «numerosi indizi di innocenza» per il nipote dell’imprenditore scomparso.
Dopo l’intervento della difesa di Giacomo Bozzoli e le eventuali repliche, la Corte d’assise di Brescia si ritirerà in camera di consiglio. La sentenza potrebbe essere emessa nella serata di venerdì.

 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.