Brescia, omicidio Borin: sentenza rimandata al 19 settembre

Venerdì si è svolta la nuova udienza del processo a carico di Salvatore Spina, il badante accusato di avere strangolato l'anziana donna nel marzo del 2016.

Brescia.  Bocce ferme all’ultima udienza, svoltasi venerdì, per il processo a carico di Salvatore Spina, accusato di avere ucciso Diva Borin, l’86enne di Urago Mella (Brescia), trovata morta in casa nel marzo del 2016.
La sentenza è stata rinviata al prossimo 19 settembre. In aula, nel corso del processo con rito abbreviato nei confronti dell’unico indagato, badante della donna, si è svolta la discussione in merito alla perizia depositata nei mesi scorsi.

Il perito è stato incaricato dalla Procura di stabilire l’orario del decesso della Borin, trovata senza vita, strangolata con un foulard, sulla sua poltrona. Secondo il Gip sussisterebbero infatti «significative divergenze sul tema dell’epoca della morte e della dinamica nell’azione omicidiaria».
L’esperto ha stabilito che la morte può essere avvenuta tra le 14.30 del 1° marzo e le 9.18 del giorno successivo, ovvero un lasso di tempo compatibile con la presenza di Spina nell’abitazione dell’ anziana, ma anche, così esteso da avallare l’assenza dell’uomo in un determinato periodo di tempo.

Nella perizia, inoltre, viene rilevata la presenza di un medicinale per dormire che la 84enne aveva assunto quella sera, in un orario avanzato, quando Spina non sarebbe già più stato presente nell’abitazione. Un ansiolitico che la donna, secondo la testimonianza fornita da una assistente che si era occupata dell’anziana, avrebbe assunto ogni sera poco prima di coricarsi, cosa che era abituata a fare tra le 22,30 e le 23, un orario che, secondo la difesa, colloca Spina da tutt’altra parte.
Il prossimo 19 settembre, le repliche e la sentenza, che dovrebbe arrivare a oltre sei anni dal delitto.

 

 

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