Farmaci letali, il nodo intercettazione: “Li hai usati? Eh, sì”

Sentito in aula il medico che ebbe una conversazione con Carlo Mosca, ex primario a Montichiari, accusato di avere somministrato medicinali fatali a quattro anziani pazienti affetti da Covid.

Brescia. Nuova udienza del processo a carico di Carlo Mosca, ex primario facente funzione al pronto soccorso di Montichiari (Brescia), alla sbarra con l’accusa di avere cagionato volontariamente la morte di quattro anziani pazienti affetti da Covid somministrano loro farmaci che, se utilizzati senza che sia prevista una immediata intubazione causano il decesso.
In aula sono stai sentiti altri testimoni, tra cui un medico collega di Mosca, intercettato durante una conversazione con l’ex primario (Mosca è stato sospeso dall’Ordine) in cui chiedeva al suo superiore come stesse (il dottore sapeva delle indagini avviate sul suo conto) ponendogli la domanda: “E li hai usati?'” ottenendo come risposta un “Eh sì”.

Questa, secondo la procura sarebbe l’ammissione di colpevolezza di Mosca, che avrebbe, secondo l’accusa, somministrato Porpofol ad Angelo Paletti, 79 anni, di Calvisano, e Succinilcolina a Natale Bassi, 61 anni, di Ghedi, e ad Ernesto Nicolosi, 87 anni, di Carpenedolo.
Lo scopo sarebbe stato quello di liberare posti letto in un momento di grande pressione sull’ospedale monteclarense nei giorni più duri della pandemia, quelli del marzo 2020.
Il pm Roberto Spanò ha incalzato il giovane collega di Mosca, il dottor Riccardo Battilana, 32 anni, il quale, con fermezza, ha ribadito più volte di non ricordare quella conversazione e di non avere dato peso alle parole del suo superiore.
Mosca, rispetto a quel “Eh, sì” da lui detto durante la conversazione, ha affermato: «Io non mi ricordavo di quella frase. Me l’ha ricordata il gip quando mi ha interrogato. Può darsi che l’abbia detta, ma in modo ironico, scherzoso. Nel filmato ripreso dalla telecamera si vede che io scrollo le spalle».

Oltre al giovane collega di Mosca è stata sentita come testimone anche l’infermiera Silvia Fenocchio, da anni in servizio all’ospedale di Montichiari.
La professionista ha dichiarato che «il dottor Mosca non mi ha mai chiesto di somministrare Succinilcolina ai pazienti», garantendo sulla bravura e sull’onestà dell’ex primario,  affermando di «non ho mai creduto alle accuse contro il dottor Mosca».

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