Presunti maltrattamenti alle figlie, padre rigetta le accuse

E' una storia delicata quella approdata in tribunale a Brescia e che vede protagonista un nucleo familiare di origini pakistane. Imputati il padre, la madre e un fratello.

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(red.) E’ una storia delicata quella approdata in tribunale a Brescia e che vede alla sbarra un padre, una madre e un fratello maggiore, di origini pakistane, accusati dalle quattro figlie (e sorelle) di maltrattamenti.
Una vicenda che prende le mosse dall’agosto del 2019 quando una delle ragazze decise di denunciare quanto, a suo avviso, stava accadendo da tempo in famiglia.
Le giovani, che ora vivono in una comunità protetta, sarebbero state anche malmenate e minacciate se non seguivano le regole imposte dal genitore. La maggiore di loro avrebbe anche dichiarato che i genitori stavano organizzando per lei un matrimonio combinato in Pakistan.
Accuse che l’uomo ha rigettato, parlando di  “qualche scapaccione” (la ragazza, medicata in pronto soccorso avrebbe dichiarato di avere subito un incidente domestico), che le figlie erano libere di vestirsi come volevano, che non erano obbligate alla preghiera cinque volte al giorno, che il matrimonio era “solo un’idea” per altro non realizzabile per motivi economici, che la maggiore delle figlie era invece libera di sposarsi con chi volesse, purchè musulmano, e che non sarebbe stata “condizionata” nella scelta.

E sul fatto, riferito dalla figlia maggiore, che una zia era stata uccisa in Pakistan perchè si era opposta alle nozze, l’uomo ha detto che la figlia non ne aveva mai parlato apertamente con il padre (ma lo aveva dichiarato davanti al giudice).
L’imputato ha anche dichiarato di non conoscere il corso di studi universitari frequentato dalla figlia, sostenuto con profitto grazie ad una borsa di studio.

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