Toscolano, agente ucciso da un masso: cinque alla sbarra

Per la morte di Gino Zanardini, vice comandante della polizia Locale, davanti al Gup anche la sindaca Castellini e l'ex comandante dei vigili, Alessandro Costa.

(red.) Sono cinque le persone che il prossimo 17 dicembre compariranno davanti al gup Alessandra Sabatucci nell’udienza preliminare per la morte di Gino Zanardini, commissario e vice comandante della polizia Locale di Toscolano Maderno rimasto ucciso il 12 giugno del 2018 da un masso precipitato dalla parete della forra di Covoli, dove l’agente si era recato peer effettuare un sopralluogo dopo le abbondanti piogge cadute sulla zona.

Alla sbarra con l’accusa di “cooperazione in omicidio colposo” sono chiamati la sindaca Delia Maria Castellini, Mauro Peruzzi, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Giovanni Marchetti, progettista e direttore dei lavori di di messa in sicurezza della passerella Covoli, Sandro Fortini, collaudatore, e Alessandro Costa, al tempo comandante della polizia Locale di Toscolano.
Esce dal procedimento, invece, Dario Melotti, il titolare dell’impresa affidataria ed esecutrice dei lavori per la realizzazione della passerella.

Zanardini, 61anni, venne colpito alla testa da un masso: ricoverato in gravi condizioni con un trauma cranico, morì dopo 24 ore dall’incidente.

Secondo la procura di Brescia, come riferisce Bresciaoggi, il sindaco Castellini e il tecnico comunale Mauro Peruzzi, non avrebbero, “predisposto una procedura di gestione-accesso alla passerella pur essendo a conoscenza del fatto che i presidi di contenimento della caduta massi non erano esaustivi per la prevenzione del relativo rischio”.

A carico dell’ex comandate Costa, invece, il fatto di “non avere individuato le misure di prevenzione e protezione per i lavoratori e le procedure per attuarle” e di non aver valutato “correttamente il rischio di investimento per caduta massi connesso all’accesso della passerella specie dopo eventi meteorologici avversi”.

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