Bossetti a giudizio per l’omicidio di Yara

Rinvio a giudizio da parte del Gup Ciro Iacomino nei confronti del carpentiere di Mapello. Nuove accuse degli avvocati: "Uno spermatozoo mai analizzato".

Massimo Bossetti_Yara(red.) Si è conclusa con il rinvio a giudizio per omicidio aggravato di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate, uccisa nel novembre del 2010, l’udienza preliminare a carico di  Massimo Giuseppe Bossetti, unico indagato per la morte della ragazzina.
Lunedì 27 aprile si è svolta, a porte chiuse ed in un tribunale di Bergamo blindatissimo ed off limits per giornalisti e telecamere, l’udienza preliminare del procedimento a carico del muratore di Mapello, in carcere da oltre 10 mesi. Il processo inizierà il prossimo 3 luglio. Bossetti deve rispondere anche di calunnia.
Nell’udienza durata l’intera mattinata, la famiglia della vittima si è costituita parte civile, così come Massimo Maggioni, il collega di lavoro che Bossetti aveva indicato come possibile omicida di Yara in un’interrogatorio pochi giorni dopo la carcerazione. Il gup ha respinto tutte le eccezioni sollevate dalla difesa in merito alle contestazioni sui metodi utilizzati per analizzare il Dna, la traccia mista con il codice genetico della vittima e del presunto assassino, e sulla richiesta di disporre un incidente probatorio sulla prova scientifica.
Gli avvocati di Bossetti hanno presentato tre eccezioni: la prima sul capo di imputazione nel quale è indicato un doppio luogo del delitto, Brembate Sopra e Chignolo d’Isola, e che quindi è ritenuto impreciso.
La seconda sulla validità della relazione del Ris riguardante il dna, non ammissibile secondo i due legali perché eseguita con lo strumento giuridico della delega di indagine e non come accertamento tecnico irripetibile.
La terza, è stata la richiesta di un incidente probatorio per nuovi approfondimenti sulle tracce biologiche trovate sui leggings di Yara, che secondo l’accusa apparterrebbero a Bossetti. In pratica una ripetizione del test del dna. Il gup Iacomino le ha però respinte tutte, come aveva fatto il Tribunale del riesame di Brescia nella richiesta di scarcerazione.
Bossetti, che è arrivato in via Borfuro a bordo di un mezzo della polizia con vetri oscurati per sfuggire all’assalto dei numerosi cronisti presenti e da un ingresso secondario, non ha dichiarato nulla in aula.

 

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