Omicidio di Calvisano, perizia sul computer

L'ha disposta il Gup nell'ambito del processo a carico di Vito D'Angelo, che la vigilia di Natale del 2011 uccise il cognato Luca Zanella, per stabilire se ci fu premeditazione.

(red.) Ha chiesto alla madre dei suoi figlie nonché sorella della vittima di ritirarsi dal processo che lo vede imputato per la morte del cognato.
Con una lettera, Vito D’Angelo, il 46enne di origini pugliesi che la vigilia di Natale dello scorso anno, a Mezzane di Calvisano (Brescia) avrebbe ucciso a colpi di arma da fuoco Luca Zanella, si è rivolto all’ex compagna e alle parti civili domandando di ritirarsi dal procedimento giudiziario.
L’uomo deve rispondere di omicidio volontario, premeditato e aggravato dai futili motivi.
La premeditazione viene contesta sulla base delle lettere ritrovate, nelle ore successive all’omicidio, in cui affermava le ragioni del gesto, legato a problematiche di carattere economico, che lo avevano diviso dalla sorella della vittima e nelle quali chiedeva perdono ai figli.
Venerdì, il Gup ha incaricato un esperto informatico per analizzare il computer di D’Angelo così da appurare quando le missive siano state realmente compilate e appurare se la rivendicazione dell’omicidio, possa essere anteriore o posteriore al delitto. Un punto decisivo, dunque, per valutare se ci sia stata, o meno, premeditazione.
Nella tesi difensiva, infatti,  un duplice ripensamento espresso dall’uomo escluderebbe la premeditazione, mentre i futili motivi verrebbero meno per le condizioni economiche e di solitudine in cui il 46enne si trovava.
Disposta anche una perizia psichiatrica su D’Angelo.
Gli inquirenti stanno anche cercando l’arma dle delitto, mai trovata. Lo stesso D’Angelo bei giorni scorsi aveva detto di averla sotterrata in un campo a Perosso, nei pressi di Castelgoffredo, ma lì  i carabinieri di Desenzano non l’hanno mai trovata.

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