Bossi e Giorgetti a processo per il volantino

La Cgil di Brescia ha chiamato a giudizio l'ex ministro leghista per ''molestie ed atti ritorsivi'' nei confronti dell'attivista dello Spi Cgil di Adro Romana Gandossi.

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(red.) E’ iniziata davanti al giudice Maria Grazia Cassia della terza sezione del Tribunale ordinario di Brescia la prima udienza del procedimento che vede la Cgil di Brescia opporsi all’ex ministro Umberto Bossi e a Giancarlo Giorgetti.
La Camera del lavoro bresciana, insieme all’Asgi e alla Fondazione Piccini, ha denunciato i due esponenti della Lega Nord per ”molestie ed atti ritorsivi” nei confronti dell’attivista dello Spi Cgil di Adro Romana Gandossi.
La denuncia ha preso spunto da un cartello ingiurioso nei confronti della sindacalista, affisso e mai rimosso nella sede della Lega Nord di Adro, il paese dove erano divampate le polemiche per la scuola con i simboli del sole delle Alpi, poi fatti rimuovere dalla magistratura.
Il testo del volantino recitava “Cara la me romana, sono tutti bravi a fare i culattoni con il culo degli altri (tipico dei comunisti: quello che è tuo è tuo quello che è mio è tuo) portatelo a casa tu il beduino sfrattato (non paga l’affitto da due anni) noi nella casa del comune ci mettiamo gente anziana e bisognosa ma di Adro. Prima i nostri poi anche gli altri! W la Lega Nord W Bossi”.
Nella denuncia della Cgil si chiede che venga accertato il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dalla Lega Nord, che ha consentito che sulla vetrina della sezione di Adro venisse attaccato un manifesto con epiteti offensivi nei confronti di un’attivista dello Spi Cgil e degli immigrati in generale; che il manifesto venga rimosso; che la Lega Nord sia obbligata a pagare un importo non inferiore a 30mila euro a Romana Gandossi, offesa nella sua dignità personale e immagine pubblica; che la Lega Nord sia condannata a pagare 5mila euro per ciascuna associazione ricorrente.
‘Di questa vicenda non sappiamo nulla. Se un responsabile c’è, allora sarebbe da individuare nella Lega Nord di Adro”: così i legali difensori del Carroccio durante la prima udienza, a porte chiuse per loro stessa richiesta, del processo che vede tra le parti in causa la Lega Nord da un lato e la Cgil di Brescia dall’altro.
Al centro della discussione di due ore davanti al giudice civile Maria Grazia Cassia della terza sezione del Tribunale le questioni procedurali: da stabilire se la sezione di Adro della Lega Nord possa essere considerata soggetto giuridico autonomo e se così non fosse, verrebbe chiamata in causa la Lega regionale.
La decisione del giudice si conoscerà il prossimo 22 dicembre, quando verrà sentito in aula il segretario della Lega Nord di Adro, Giuseppe Vezzoli.

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