Agnosine, “costruiamo nuova società di rapporti”

E' l'appello della consigliera comunale di Brescia Donatella Albini sul femminicidio avvenuto lunedì mattina nel paese valsabbino.

(red.) “Un’altra donna uccisa, dall’uomo che ha amato, ha sposato, con cui ha avuto figli, uomo da cui ha deciso, con una scelta di libertà segnata da giorni, mesi, anni di sofferenza nel corpo e nella mente, e qui sta il dolore grandissimo che io provo ora, ha deciso di andarsene”.
E’ il commento della consigliera comunale Donatella Albini alla notizia dell’ennesimo femminicidio avvenuto in Italia, e questa volta, ad Agnosine, nel bresciano.

“Sono 47 le donne uccise da gennaio ad oggi, quattro nell’ultima settimana, per la maggior parte per mano di compagni, mariti, fidanzati. Molte erano già morte dentro, dopo anni di annientamento, di paura, di solitudine, di perdita di speranza, hanno trovato la forza di uscire da rapporti segnati da violenza, hanno provato a tessere speranza intorno ai loro corpi feriti e sono morte”, ha evidenziato la consigliera bresciana.

“Penso a come è difficile sopportare tanto dolore, a quanto coraggio serve per gettarselo via dalle spalle. Chissà quante volte hanno guardato i loro figli e le loro figlie negli occhi per trovare la forza, o hanno cercato parole e gesti di conforto, di supporto a madri e padri e amiche e amici. Sono andate a un consultorio o a un centro antiviolenza o la loro solitudine era tale che sentivano il deserto intorno a loro?”, si chiede Albini.

Donatella Albini

“Non riesco a pensare ad altro, oggi mi infastidiscono le schermaglie dei piccoli personaggi, che pure riempiono le pagine dei giornali e i social, su posizionamenti di piccolo cabotaggio, quando intorno c’è un mare di dolore. Fermiamoci tutti e tutte per un momento e pensiamo cosa abbiamo fatto, ognuno e ognuna di noi, per salvare quelle donne, a prescindere da ruoli e professioni, cosa abbiamo fatto e facciamo con i potenti gesti della politica, della cura, dell’esistenza quotidiana”.

“Fermiamoci un attimo” è l’appello di Albini, “e poi non dimentichiamoci di quelle donne sole e uccise e da lì partiamo per costruire insieme una nuova civiltà di rapporti”.

 

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