Lancini (Lega): regolamento Ten-E, un voto che penalizza l’Italia

(red.) L’Eurodeputato Danilo Oscar Lancini (Lega) interviene in merito al voto espresso dalla Commissione Ambiente (ENVI) del Parlamento Europeo sul “Regolamento TEN-E sulle infrastrutture energetiche transeuropee”.

«Il parere licenziato dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sul Regolamento TEN-E va purtroppo a rafforzare l’impostazione ideologica di un provvedimento che di fatto penalizza il nostro Paese sotto molti aspetti:

– Viene escluso il gas naturale anche come fonte energetica per la transizione quando invece sarebbe fondamentale sviluppare le importanti sinergie tra i settori dell’elettricità e del gas, con un approccio tecnologico neutrale che tenga conto del ciclo di vita di tutte le fonti e i vettori di energia al fine di evitare trattamenti preferenziali. Escludere il gas significa anche non considerare infrastrutture già pronte per il futuro trasporto di idrogeno.

– Vengono penalizzate anche le “smart gas grid”, volano per la transizione energetica, senza prevedere un’integrazione nelle reti di trasporto di flussi di gas rinnovabili (come biometano e idrogeno) e precludendo lo sviluppo di progetti che avrebbero potuto avere un ruolo rilevante nella promozione e nello sviluppo dei gas decarbonizzati.

– Si confermano criteri che di fatto andrebbero ad escludere dai progetti i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, che risultano particolarmente rilevanti per l’Italia nello sviluppo di importazioni di idrogeno rinnovabile, anzi l’Italia potrebbe diventare un hub dell’idrogeno per l’Europa. In questa situazione, il nostro Paese perderebbe benefici particolarmente rilevanti non solo in ambito energetico e di decarbonizzazione, ma anche in termini di politiche europee di vicinato e di stabilizzazione territoriale. In concreto si rinuncia ad opere fondamentali per affrontare efficacemente il sottosviluppo economico di quella regione che spesso è alla base della crisi migratoria. Ricordo infatti che un numero significativo di persone che hanno raggiunto l’Europa negli ultimi anni sono “migranti economici”, in fuga dalla povertà piuttosto che dai conflitti.

– Negative anche le modifiche sulla governance, con un indebolimento del ruolo degli Stati Membri e l’inserimento dell’ennesimo comitato consultativo (European scientific advisory board on climate change), con il rischio di ingessare ulteriormente il processo decisionale.

– Vengono infine penalizzate anche quelle tecnologie di sequestro, stoccaggio e riutilizzo dell’anidride carbonica che invece sono necessarie per raggiungere le emissioni zero nette e pertanto dovrebbero essere pienamente integrate nel regolamento TEN-E, con tutte le componenti dell’intera catena del valore.

Mentre sovranisti, conservatori e popolari (ID, ECR, PPE) si sono convintamente schierati contro tale provvedimento, gli altri gruppi ed in particolare le sinistre hanno avallato questa impostazione particolarmente contraria agli interessi del nostro Paese: ci saremmo aspettati un comportamento ben differente da parte di alcuni colleghi deputati italiani!».

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