Lombardia in zona rossa per errore, sindaci centro sx: dati siano chiari

Il sindaco di Brescia Del Bono paventa l'ipotesi che il calcolo sia addirittura sbagliato già dallo scorso ottobre.

(red.) Non si placa la polemica, che è diventata anche politica, sui dati del contagio da Covid-19 che hanno fatto finire la nostra Regione Lombardia in zona rossa per una settimana, ma per errore visto che i numeri erano da fascia arancione, quella con restrizioni intermedie. E ieri, lunedì 25 gennaio, i sindaci di centro sinistra dei capoluoghi lombardi, quindi compreso quello di Brescia Emilio Del Bono, hanno tenuto una conferenza stampa a distanza su questo fronte.

E si rivolgono proprio al Pirellone chiedendo che i dati siano più chiari. A chiederlo, tra gli altri, anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e quello di Milano Giuseppe Sala che si sono incontrati con i primi cittadini di Cremona, Lecco, Mantova e Varese. E proprio sul fronte dell’errore che ha portato la Lombardia in zona rossa, il sindaco di Brescia Del Bono ha sostenuto l’opportunità di verificare se il calcolo sbagliato non sia addirittura risalente alla metà di ottobre e con restrizioni maggiori rispetto a quelle che si dovevano applicare.

Lo stesso primo cittadino bresciano non ha mancato anche di sottolineare le presunte decisioni contraddittorie della Regione nel momento in cui già l’8 gennaio era stata disposta la chiusura delle scuole superiori fino al 24 gennaio, quindi da zona rossa e parlando di dati in peggioramento, salvo poi scoprire che quei numeri erano errati. Sempre sul fronte delle misure anti-contagio, Del Bono ha rilanciato la proposta di aree sub-regionali in Lombardia per provvedimenti più precisi a livello locale e basati sul numero di tamponi che ogni giorno vengono effettuati. E la provincia di Brescia è tra quelle che ne svolge di più in Lombardia.

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