Lombardia: zona rossa, riapertura scuole e ricorso al Tar in Consiglio

Depositato il ricorso (aderiscono anche alcune associazioni di categoria) contro la zona rossa alla Lombardia.

(red.) Nella giornata di ieri, martedì 19 gennaio, al Pirellone sede della Regione Lombardia si è tenuta una seduta del consiglio regionale in cui, ovviamente, hanno tenuto banco anche i temi connessi alla zona rossa e alla diffusione del contagio da Covid-19, oltre alla possibilità del rientro a scuola in presenza degli studenti, seppure in percentuali ridotte e anche in zona rossa, quella che presenta le maggiori restrizioni. Nel corso della seduta il governatore Attilio Fontana ha comunicato al Consiglio, come aveva già annunciato, di aver presentato ricorso al Tar del Lazio contro l’area rossa in cui è finita per la terza volta la Lombardia sulla base dell’ultima ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, ma anche l’impugnazione dell’ultimo decreto del presidente del Consiglio attualmente valido e nelle parti in cui si contestano una serie di parametri.

E sempre ieri, oltre a Confagricoltura, anche Copagri e Coldiretti, con la possibile aggiunta anche della Confcommercio, hanno deciso di aderire con la Regione Lombardia al ricorso al Tar. Nel corso della seduta non sono mancate nemmeno le critiche alla vicepresidente e neo assessore al Welfare Letizia Moratti per la sua richiesta o esternazione – che ha poi cercato di correggere – presentata al commissario straordinario Domenico Arcuri in tema di vaccini anti-Covid per una distribuzione anche in base al Pil regionale. Altro tema oggetto della discussione all’interno di una mozione presentata dalle opposizioni, la possibilità di riaprire le scuole in presenza, anche se al 50% e in questa attuale zona rossa. Ma il testo non è passato e la Giunta ha fatto capire come si potrà tornare a fare lezione, dal 50 al 75% in presenza, solo quando la Lombardia tornerà in zona arancione.

Infine, durante la seduta non è mancato un riferimento alla proposta del sindaco di Brescia Emilio Del Bono per dividere il territorio lombardo in aree sub-regionali per fotografare con più precisione la situazione del contagio. Una proposta di cui ha parlato il consigliere regionale bresciano del Pd Gianantonio Girelli. E proprio su questo ieri, martedì 19 gennaio, attraverso una nota si è espresso anche il presidente della Provincia di Brescia Samuele Alghisi sostenendo l’idea del primo cittadino.

“È necessario pensare come ben sottolineato anche dal sindaco Del Bono a un’organizzazione diversa del territorio regionale, che crei, come già più volte ribadito, zone sub regionali, che consentano una gestione provinciale dei dati, fino ad ora di difficile interpretazione, ben comprendendo la necessità di mantenere integro il sistema sanitario regionale, ma con l’esigenza di avere criteri che consentano deroghe alle regole generali. Da tempo ho suggerito a Regione Lombardia di dividere il territorio in zone sub regionali. Ricordo anche che oltre 100 sindaci bresciani – ha concluso Alghisi – hanno firmato un documento in cui chiedevano la valutazione del territorio in modo oggettivo e con dati concreti e oggettivi”.

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