Manerbio In Azione contro Alghisi, “nomina di Peli smacco per la comunità”

(red.) Andrea Almici, coordinatore di Manerbio In Azione, ha contestato una serie di scelte del primo cittadino del comune bassaiolo, Samuele Alghisi: “Apprendiamo dalla stampa che il Sindaco Alghisi, dopo oltre un mese dall’uscita dalla compagine di maggioranza di ben due Assessori, ha nominato nuovo Assessore il signor Diego Peli di Concesio. La nomina giunge con lunghe premesse dedicate al curriculum politico e alle capacità amministrative di Peli, che in passato ha ricoperto la carica di sindaco di Concesio e di Consigliere e Assessore Provinciale. Ad oggi non abbiamo elementi per giudicare il suo operato, e non è scavando nel suo passato politico che riteniamo di dover contestare questa scelta. Vogliamo invece sottolineare quanto sia poco edificante per la comunità manerbiese apprendere che si sia dovuti uscire dai propri confini per individuare una persona adatta a ricoprire questo ruolo”.

“Amministrare un Comune, indipendente dalle deleghe di competenza”, si legge nella nota, “a nostro avviso significa dedicarsi ai problemi di tutti, cercare di risolverli, ma soprattutto saper leggere la realtà locale incontrando cittadini, associazioni, forze produttive, Istituzioni, con lo scopo di realizzare idee per migliorare la vita dell’intera comunità. Il Sindaco ci vuole pertanto far credere che a metà del suo secondo mandato non ha conosciuto e incontrato sul suo cammino un cittadino manerbiese in grado di supportarlo nell’attività politico-amministrativa? Che non ha individuato un membro della nostra comunità capace di interpretare il tessuto sociale manerbiese e rappresentare le esigenze dei propri concittadini, soprattutto in un momento di così forte fragilità legato all’emergenza Covid-19? Un’Amministrazione che aveva fatto del civismo la propria insegna, con una lista elettorale che, almeno inizialmente, voleva discostarsi dalle nomenclature politiche e valorizzare molti giovani, ritiene davvero che per formare una nuova classe politica si debba passare dalla nomina alla carica di Assessore di Manerbio di un ex sindaco “navigato” di Concesio?”

Questa scelta, secondo Manerbio In Azione, risulta davvero amara per il comune; “Una scelta che, se letta con gli occhi della politica di partito, non possiamo che definire come un’imposizione del Partito Democratico bresciano per non perdere il controllo della nostra cittadina al centro della bassa bresciana. Un dirigente del PD come Diego Peli, infatti, non viene a Manerbio per solo spirito di servizio nei confronti di una comunità a lui totalmente estranea. Tutto ciò non può che alimentare il dubbio che le decisioni sulle sorti di Manerbio vengano ormai prese in altre stanze dei bottoni. Il nuovo Assessore non si è ancora formalmente insediato a Palazzo Luzzago che già la sua immagine appare sui giornali accanto a roboanti articoli su un piano anticrisi da 800 mila euro, di cui non sono chiare né la paternità e né le modalità di realizzo. Oltre a contestare questa campagna stampa dal sapore fortemente demagogico e autoreferenziale, vogliamo chiedere al sindaco Alghisi che, dopo un virtuoso piano di rientro del debito, ci siano valutazioni oggettive, graduatorie e, soprattutto, un reale confronto con tutte le categorie gravemente colpite da questa pandemia, per una corretta distribuzione dei capitali ricevuti da Stato e Regione, possibilmente in controtendenza con un governo nazionale affezionato ai “bonus a pioggia” dal mero sapore assistenzialista”.

“Nel panorama locale e nazionale”, conclude Almici, “ci sono tante figure che possono portare valore aggiunto alle amministrazioni locali ma in un periodo così delicato dove già le misure d’emergenza hanno allontanato le persone facendo diminuire il confronto e i rapporti umani Manerbio in Azione ritiene che gli interessi della propria comunità debbano esser interpretati e gestiti da cittadine e cittadini manerbiesi, perché lo scollamento fra governo e territorio è un sintomo velenoso che porterà soltanto un ulteriore clima di distacco e sconforto verso la politica”.

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