Caos a Rodengo, si è dimesso il sindaco Andreoli

"Contrasti con alcuni componenti in maggioranza" ha detto. Ma c'è anche l'ombra di un'inchiesta che lo vede coinvolto. In venti giorni il commissario.

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(red.) “Terremoto” politico a Rodengo Saiano, nel bresciano. Nella giornata di venerdì 13 luglio si è dimesso il sindaco Giuseppe Andreoli, che era in carica per il secondo mandato consecutivo dal 2009 e avrebbe terminato la sua esperienza nel 2019. Ufficialmente, come ha annunciato lo stesso, ormai ex, primo cittadino, il passo indietro sarebbe dovuto a dei contrasti con alcuni componenti della maggioranza. Tanto che qualcuno sottolinea come Andreoli avesse subito silurato l’assessore ai Servizi sociali Arturo Albertini per una bolletta onerosa nell’uso del cellulare comunale, ma poi scoperto come un disservizio del gestore. Ma ci sarebbe anche altro.

Secondo quanto scrive il Giornale di Brescia citando fonti di indagini, Andreoli e il responsabile dell’ufficio Tecnico risultano indagati e accusati di concussione in un’inchiesta aperta dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani e muovendo i carabinieri. Il fascicolo sarebbe dovuto ai rapporti tra l’amministrazione e l’Outlet Franciacorta. In pratica, nel 2006 l’area commerciale per restare aperta anche di domenica avrebbe dovuto trovarsi in un contesto turistico legato a musei o altre strutture. Così era stato costruito il Musil dedicato all’industria e al lavoro. L’Outlet, come da accordi, ha pagato l’affitto della struttura museale per dieci anni, fino al 2016.

In seguito l’apertura generalizzata dei centri commerciali è stata consentita per legge e quindi l’Outlet non avrebbe più dovuto pagare. Ma è stato in quel momento che il sindaco, con l’addetto comunale, avrebbe indotto la proprietà a continuare a sostenere l’affitto, minacciando di non consentire i lavori di allargamento che stanno andando avanti. Di conseguenza il Franciacorta Village ha dato una somma, ma nel frattempo ha denunciato la situazione alla procura di Brescia che ha aperto l’inchiesta e portando agli indagati. Ora è arrivato il passo indietro del primo cittadino e nell’arco di venti giorni il prefetto di Brescia nominerà un commissario che porterà il Comune verso le elezioni del 2019.

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