Elezioni, “Al lavoro con Brescia” con le civiche

Donatella Albini e Francesca Parmigiani attaccano il modo in cui è stata gestita la definizione delle liste e delle candidature per il nuovo ente Provincia.

(red.) Lascia sconcertati la modalità con la quale è stata gestita la definizione delle liste e delle candidature per l’istituzione della futura Area vasta – erede della vecchia Provincia – sfociata in un accordo tra i gruppi dirigenti di due partiti (PD e Forza Italia), che si trovano su fronti contrapposti nelle esperienze amministrative comunali, a partire da  Brescia.
E’ il parere del Gruppo consiliare “Al lavoro con Brescia”. Una partita tutta giocata a tavolino, senza il coinvolgimento di tanti sindaci e amministratori espressione di liste civiche di centro-sinistra – Al lavoro con Brescia è tra queste – con le quali il PD amministra (e amministra bene, data la condivisione del progetto politico di governo della cosa pubblica) in numerosi Comuni bresciani. Stupisce l’assenza di una discussione di merito, che ponga al centro obiettivi, idee, possibili soluzioni e strategie, alla luce delle quali declinare le future competenze dell’Area vasta. E’ triste constatare – dicono ancora i rappresentanti del Gruppo consiliare “Al lavoro con Brescia” – il prevalere di una logica meramente spartitoria – di incarichi, ruoli, presidenze – che poco ha a che fare con la volontà di ricostruire un modo nuovo e sano di fare politica. Una modalità che, al contrario, ha avuto tra i propri effetti – stando alle notizie di stampa – quello di lacerare al proprio interno i due partiti protagonisti dell’intesa.
Se quanto accade in “casa d’altri” non può non essere oggetto di interesse – soprattutto se uno dei due soggetti coinvolti è alleato nell’esperienza amministrativa – ciò che soprattutto ci sta a cuore è la necessità di rimarcare il nostro fermo NO all’affossamento della positiva e vincente esperienza del centro-sinistra. Da qui la nostra convinta adesione al patto civico siglato in questi giorni tra numerosi Sindaci e amministratori locali, che ha dato vita alla lista “Area civica democratica”, da noi sostenuta. Corre, infine, l’obbligo di precisare un ultimo punto; chiarimento magari scontato. Nulla ha a che vedere il “listone bloccato” delle provinciali con la “lista unica” dei Consigli di Quartiere, organismi mediante i quali il Comune di Brescia vuole ricostruire la partecipazione democratica a livello locale.
La parola d’ordine del primo, infatti, è “esclusione”, quella della seconda è “condivisione” per il perseguimento del bene comune, soprattutto a un livello partecipativo dove le (a volte anguste) logiche contrappositive tra maggioranza e minoranza possono non giovare. Una parola – “condivisione” – che ha ispirato la stessa elaborazione della delibera relativa ai Consigli di Quartiere, attraverso un percorso connotato da modalità che con gli accordi e con i patti segreti non hanno davvero nulla in comune.

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