Sel Bs: «Lacquaniti lasci il Parlamento»

La federazione locale di Sinistra ecologia libertà esprime «il proprio disappunto su quanto sta accadendo in questi giorni dentro al nostro Partito».

(red.) Un documento approvato giovedì 26 giugno all’unanimità dall’assemblea federale di Sel (Sinistra ecologia libertà) Brescia in cui si prende posizione sulle vicende interne al partito e sull’uscita del deputato Luigi Lacquaniti dal gruppo parlamentare.La Federazione di Brescia, in un intervento che quiBrescia.it pubblica integralmente, esprime «il proprio disappunto su quanto sta accadendo in questi giorni dentro al nostro Partito».

Non condividiamo la scelta di una parte dei deputati di SEL di uscire dal partito, così come denunciamo gli errori del gruppo dirigente nazionale nel gestire il difficile momento che il nostro partito sta oggi attraversando.
Una forte delusione ci assale in quanto obbligati ad assistere impotenti ad una discussione tutta verticistica ed autoreferenziale, attraverso la lettura dei giornali, senza che in nessun momento si sia voluto veramente coinvolgere la base del nostro partito nel dibattito in corso.
In tale contesto apprendiamo tramite mail delle dimissioni dal partito e dal gruppo parlamentare di SEL presentate dall’onorevole Luigi Lacquaniti. Decisione maturata senza alcun confronto con la base di SEL, nonostante molteplici e reiterate richieste di partecipazione alla vita del partito inviate al deputato.
L’assemblea federale di SEL non condivide le valutazioni politiche presentate a giustificazione di tale atto e, sebbene consapevole della libertà di mandato di ogni parlamentare, reputa opportuno richiedere agli eletti nelle liste di SEL nella nostra circoscrizione ed ora fuoriusciti dal partito, Luigi Lacquaniti e Titti di Salvo, un gesto di coerenza, di responsabilità e di coscienza: prendano atto di non rappresentare più la base che li ha eletti e valutino l’opportunità della loro permanenza in parlamento.
Una vicenda che, almeno per quanto riguarda la federazione bresciana di SEL, è stata vissuta quasi con fastidio perché non sentita come un elemento prioritario. Non sicuramente prioritario come invece dovrebbe essere l’impegno per risolvere i disagi dei giovani senza lavoro e delle famiglie impoverite dalla crisi di questi anni e per strutturare una difesa dei diritti e della Costituzione sempre sotto attacco.
E’ giunto il momento, anche se un po’ in ritardo, che il nostro partito elabori la sconfitta delle elezioni politiche e del fallimento del progetto “Italia Bene Comune” e quindi riparta dalla sua missione politica originaria, rimanendo nel campo largo della sinistra creando le condizioni per un governo del cambiamento.
Aspiriamo a diventare una forza radicata nella società italiana e da lì ripartire per incidere sulle scelte governative. Per questo consideriamo il Partito Democratico come un importante interlocutore, ma ribadiamo con forza la nostra opposizione al “Governo Renzi” .
Non è per noi oggi praticabile un sostengo a questo governo. Non fino a quando sarà il frutto di “larghe intese” che vedono il coinvolgimento del NCD in maggioranza e di Forza Italia per le riforme costituzionali. Ciò non significa che si debba necessariamente pensare ad una bocciatura incondizionata di tutte le proposte governative, ma al contrario una loro puntuale analisi con una conseguente scelta di approvazione o rifiuto.
Siamo convinti della necessità di continuare ed incentivare le esperienze di governo locale che in questi anni ci hanno visto al fianco del Partito Democratico.
Tutto questo vissuto non come una contraddizione, ma bensì come elemento di coerenza: il nostro obiettivo è il bene del nostro Paese e dei nostri Comuni, e non certo l’occupazione di poltrone.
Auspichiamo che continui l’esperienza di SEL nei Comitati per Tsipras, convinti che anche in quei luoghi si possano trovare forze politiche ed associative disposte a mettersi in gioco per contribuire a rafforzare il campo di una sinistra di governo. Questo non significa che si ipotizzi una per ora improponibile costituente a sinistra, ma la creazione di un luogo di confronto dove concretamente individuare aree omogenee d’azione politica su specifici temi.
In fine sosterremo con forza e concretamente la conferenza programmatica e d’organizzazione calendarizzata per l’autunno e segnaliamo sin da subito il bisogno primario di definire nuove modalità organizzative che permettano alla base del nostro partito ed ai nostri interlocutori sociali, di venir maggiormente coinvolti nelle scelte per superare gli attuali problemi e quindi di essere al passo con le sfide che ci vengono poste dalla società nel nostro Paese e in Europa.

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