Adro, Lancini e la statua di Nerone

Il sindaco ha inaugurato un manufatto in marmo che raffigura l'imperatore romano incendiario. Una provocazione rivolta ai vicini frati carmelitani?

(red.) Era stata annunciata come una provocazione e così è stato. Oggetto dell’iniziativa una scultura in marmo di Botticino che adorna una rotatoria ad Adro, nel bresciano.
Il sindaco Oscar Lancini, già alla ribalta delle cronache per vicende di natura politica e giudiziaria, ha così svelato l’effige di Nerone (sì, l’imperatore romano piromane, proprio lui) il persecutore dei cristiani nonchè, secondo un filone di storiografia (avversa, dicono gli studi più recenti), autore dell’incendio che distrusse Roma nel 64 d.C., nella giornata di martedì 20 maggio, alla presenza di stampa, fotografi e cittadini.
Un’operazione, quella del primo cittadino franciacortino, che giunge a pochi giorni dalle amministrative che coinvolgono anche il suo comune per il quale si riproporrà come candidato sindaco nelle fila della Lega Nord, che farà sicuramente discutere.
La scultura in marmo di Botticino, che raffigura l’imperatore mentre suona la lira, è al centro della rotatoria Torbiato – Santuario Madonna della Neve. Realizzata dal veronese Aleardo Giacomi di Sant’Anna di Alfaedo, è stata donata al Comune dalla famiglia dell’adrense Valentino Guerini.
Sul basamento in marmo spicca come epigrafe la battuta di Alberto Sordi su Roma: «Vuoi vedere che Nerone non era così matto e forse era meglio bruciarla?».
Un’affermazione che, ha detto lo stesso sindaco leghista, egli stesso condivide. Per Lancini, infatti, bisogna «rivalutare la figura di Nerone, vittima innocente di una falsa damnatio memoriae» e «dei poteri forti di allora».
A pensar male, recita un detto, si fa peccato, ma spesso s’indovina. E se la statua di Nerone fosse un messaggio non proprio subliminale destinato ai Padri Carmelitani scalzi del santuario della Madonna della Neve che, da anni, ostacolano i progetti urbanistici della giunta Lancini  che vorrebbe realizzare una superstrada proprio accanto al convento.
Ai religiosi, però, non interessa la questione statua, anche perchè, hanno sottolineato, si tratta di un gesto «che dimostra l’intelligenza di chi ha posto la scultura».

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