Sì al vitalizio per Paroli, no ai colleghi leghisti

Accolto il ricorso dell'ex sindaco di Brescia per ottenere, prima dei 60 anni di età, l'assegno da onorevole. Bocciate le istanze di altri deputati bresciani.

(red.) Sì al vitalizio da deputato della Repubblica per l’ex sindaco di Brescia Adriano Paroli (Pdl), no alla stessa richiesta inoltrata di colleghi parlamentari bresciani della Lega Nord Roberta Pizzicara, Flavio Bonafini e Giulio Arrighini.
L’ex primo cittadino, dunque, sebbene non abbia ancora compiuto i 60 anni di età, potrà incassare l’assegno della pensione, dopo 20 anni di contributi, poichè, come riporta il Corriere della Sera, il suo ricorso, presentato nel giugno 2012, è stato accolto.
Una richiesta, quella di Paroli, che si opponeva alla modifica del regolamento, avvenuta durante il Governo Monti, che aveva innalzato di dieci anni (da 50 a 60) l’età per percepire il vitalizio. Limite che era poi stato ulteriormente prolungato di altri 5 per chi avesse ricoperto il ruolo solo per una legislatura.
Anche il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora (Lega Nord) aveva presentato il ricorso contro la nuova normativa, ma aveva poi deciso di ritirarlo.
Nella sentenza  del Collegio d’appello della Camera sul caso dell’onorevole Paroli  si afferma che «l’interessato si è visto differire il trattamento di 10 anni, pur vantandone quasi 19 di contribuzione, avrebbe conseguito il trattamento 90 giorni dopo la data di entrata in vigore della riforma».

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